Il calendario segna la data: è il 26 giugno 1984. Un giorno qualunque per molti, ma non per i romanisti. All’Olimpico non si decidono le sorti della Serie A, che già sono note da un pezzo con la Juventus campione d’Italia e la Roma vice. E non si decidono nemmeno quelle della Coppa dei Campioni: anche qui c’è già stato il vincitore (il Liverpool) e il secondo (la Roma), sconfitto proprio lì, tra le mura amiche. I giallorossi si presentano in campo per il ritorno della finale di Coppa Italia contro il Verona. All’andata era finita 1-1 con reti di Cerezo e Storgato. Ai padroni di casa è sufficiente lo 0-0 per portare a casa il trofeo e rendere la stagione meno amara. Ma non è solo un appuntamento per assegnare un titolo. È anche una partita simbolo che segna la fine di un’epoca. L’epoca di Nils Liedholm e Agostino Di Bartolomei. Il primo, allenatore della Roma del secondo scudetto (’82-’83). Il secondo, capitano e simbolo di quella squadra fortissima. I due stanno per salutare e andare al Milan, ma lo vogliono fare al meglio, con un’ultima soddisfazione. Con lo stesso titolo che, nel 1980, aveva iniziato l’epopea in Italia e in Europa. I tifosi sugli spalti vivono l’evento con grande trasporto. Non accettano soprattutto il trasferimento in rossonero di “Ago”, basta leggere alcuni striscioni sugli spalti per comprendere il rammarico per un divorzio inevitabile: “Ti hanno tolto la Roma, non la tua curva”, “Agostino, il nostro non è un addio… Ciao, campione”, “Dai nostri cuori nasce un amore, Roma: Agostino, alza la coppa per noi”.
Tanta gratitudine per il numero 10 cresciuto nelle giovanili e diventato leader in prima squadra. Ma il nuovo tecnico, lo svedese Sven Goran Eriksson, ha già fatto sapere che Di Bartolomei non fa parte del suo progetto. E per questo sarà ceduto. Intanto, però, c’è da vincere una Coppa Italia, la quinta nella storia della società. Poco prima della mezz’ora la Roma va in vantaggio con un autogol di testa del veronese Ferroni che, nel tentativo di sventare un minaccioso attacco di Graziani, beffa il suo portiere Garella. È la rete che decide la sfida, anche perché il Verona in apertura di ripresa resta in inferiorità numerica per l’espulsione dell’ex Iorio, sanzionato con il rosso dall’arbitro Casarin per una reazione scomposta ad un fallo di Cerezo. Poco altro da registrare nei novanta minuti, se non il triplice fischio che consegna la Coppa Italia alla Roma, oltre che la qualificazione alla prossima Coppa delle Coppe. Di Bartolomei, il capitano, alza al cielo il trofeo senza lasciarsi andare a eccessivi trionfalismi. Per lui è l’ultima volta con la maglia giallorossa in una gara ufficiale. È il 26 giugno 1984: trent’anni fa, oggi.
ROMA-VERONA 1-0
ROMA: Tancredi, Nappi, Nela, Di Bartolomei, Falcao, Maldera, Conti (18’ pt Strukelj, 17’ st Giannini), Cerezo, Pruzzo (35’ st Vincenzi), Chierico, Graziani
VERONA: Garella, Ferroni, Marangon (9’ st Bruni), Volpati, Fontolan, Tricella, Fanna, Storgato (38’ st Guidetti), Iorio, Di Gennaro, Galderisi (25’ st Jordan)
ARBITRO: Casarin di Milano
MARCATORE: 27’ pt Ferroni (autogol)
Fonte: asroma.it