(G.Piacentini) Mattia Destro come Lionel Messi, Sergio Aguero e Cristiano Ronaldo. Non è il giudizio dei fan più accaniti del centravanti marchigiano, né quello di Rudi Garcia, che anzi appena può cerca di spingerlo a fare meglio. A mettere l’attaccante giallorosso all’interno di questo esclusivo club internazionale è la sua media gol, la terza in Europa prendendo in considerazione i calciatori che abbiano segnato almeno 6 gol in campionato.
Quelli di Mattia sono 13, senza l’ausilio di rigori o calci di punizione, con una media di poco superiore ad uno ogni 85 minuti (secondo le statistiche presenti sul sito della Lega Calcio). La stessa di Cristiano Ronaldo, che però tra Liga, Champions League, Coppa del Re e Nazionale ha segnato la bellezza di 52 reti con una media di una ogni 76 minuti. Meglio di loro, rimanendo solo al campionato, hanno fatto Lionel Messi (25, una ogni 78 minuti) e il Kun Aguero (15, una ogni 79), che guida la classifica comprensiva delle coppe e della nazionale con una rete ogni 75 minuti (31 in totale). Paragoni che in questo periodo della carriera di Destro, alla sua prima vera esperienza in una squadra importante, possono sembrare blasfemi, ma che rendono l’idea di come l’ex attaccante del Siena abbia le potenzialità per essere il top player che serve per affrontare la Champions League.
A stupire è la continuità di rendimento di Destro, tornato a giocare (e a segnare) l’8 dicembre dopo un lungo infortunio e non si è più fermato, riuscendo a scalare una montagna che negli anni si è rivelata troppo alta per tutti gli attaccanti che hanno vestito la maglia della Roma: la concorrenza di Francesco Totti.
All’inizio Rudi Garcia li considerava uno l’alternativa dell’altro, che tradotto significava che Destro fosse la riserva del capitano. Col tempo, e grazie alla straordinaria vena realizzativa di Mattia, il tecnico ha cominciato a studiare soluzioni differenti, che hanno portato i loro frutti. Oggi il tridente che si può considerare titolare è quello composto da loro due e da Gervinho, e buona parte del merito è anche dello spirito di sacrificio di Destro, il più duttile e moderno, insieme a Ciro Immobile, tra gli attaccanti italiani. Negli Stati Uniti, dopo la tripletta al Cagliari, lo hanno ribattezzato «Destroyer», il distruttore; in Inghilterra il sito del Guardian gli ha dedicato un lungo articolo. L’unico a rovinare questo momento magico potrebbe essere il giudice sportivo, che oggi valuterà se applicare la prova tv per l’episodio che lo ha visto protagonista con Astori.
Se dovesse arrivare una squalifica di 4 giornate (3 per comportamento violento e una per il quarto cartellino giallo) rientrerebbe alla penultima di campionato contro la Juventus, che ieri sera ha battuto il Livorno e si è riportata a +8. Forse troppo tardi per convincere Prandelli a portarlo in Brasile.