(A.Ravelli) – Un mese fa, dopo la caduta in casa col Parma, la trasferta di Roma (sponda Lazio) segnava un momento decisivo per i destini di Clarence Seedorf. Ora, dopo un pareggio e cinque vittorie, c’è un altro viaggio a Roma (questa volta per affrontare i giallorossi) sulla strada del Milan. In un mese è cambiato quasi tutto, salvo il destino dell’allenatore, sempre incerto. Con una battuta, si potrebbe dire che chi di filosofia ferisce, di filosofia perisce.
Avendo cominciato la sua avventura sulla panchina rossonera parlando di sistemi di gioco, di spirito e di preparazione per il prossimo anno, trascurando l’importanza dei risultati, ora Seedorf si trova di fronte a sé una società che non si limita a guardare i risultati, per quanto soddisfacenti, ma ha iniziato valutazioni più ampie. Per società bisogna intendere il proprietario Silvio Berlusconi e il vicepresidente Adriano Galliani, in piena sintonia: i silenzi del secondo, che si è limitato a poche tiepide parole nel prepartita col Livorno, corrispondono infatti alle incertezze del primo, che ha già smarrito tutto l’entusiasmo iniziale per la sua intuizione.
Se anche Seedorf, come annunciava che sarebbe accaduto, ha sentito il presidente per gli auguri pasquali, certamente non ha incassato la fiducia senza se e senza ma che cercava. È ancora presto. È chiaro che vincere le ultime quattro partite (dopo la Roma, il derby, la sfida a Bergamo con l’Atalanta e la sfida a San Siro col Sassuolo) e soprattutto fare finalmente risultato nei due incontri con le big, renderebbe difficile la sua sostituzione, però è anche vero che la valutazione che si farà a fine stagione sarà complessiva. Riguarderà Seedorf allenatore a tutto tondo: saranno analizzati la gestione del gruppo, la profondità delle crepe nello spogliatoio, le richieste del tecnico per quanto riguarda staff e giocatori, il feeling che si è creato, o per meglio dire, che fin qui non si è creato.
E dato che in società c’è già la convivenza Galliani-Barbara Berlusconi da gestire con delicatezza ed equilibrio, per il Milan sarebbe meglio se il dialogo tra ad e allenatore scorresse più fluido. Questo e altro rientrerà nella valutazione «filosofica» sul rapporto tra Seedorf e l’ambiente. Un ambiente in cui, per la verità, era stato per 11 anni: dal momento che l’olandese è rimasto più o meno lo stesso, è difficile ora rimproverargli di essere Seedorf. Un altro cambio in panchina, come si sa, costerebbe molto (lo stipendio è di 2,5 milioni a stagione). Con gli stessi soldi si potrebbe riscattare Taarabt, sulle cui tracce si dice ci sia il Manchester United, o Rami (anche su questo una decisione non è stata ancora presa).
I giocatori in questa fase stanno facendo il massimo e di certo non remano contro il tecnico. Ieri anche El Shaarawy si è allenato con il gruppo: con Essien e Honda dovrebbe essere pronto per il derby.