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CORRIERE DELLA SERA Roma e Juventus, di nuovo scintille

Conte e Garcia
Conte e Garcia

(G. Piacentini) – In principio furono prove di amicizia, con la Roma che addirittura ospitò a Trigoria la Juventus alla vigilia della Supercoppa che i bianconeri vinsero contro la Lazio, facendo infuriare i propri tifosi. Poi, con il passare delle giornate la rivalità è tornata a crescere fino a raggiungere (superare?) il livello degli anni ’80, quando giallorossi e bianconeri erano «nemici» dentro e fuori dal campo.

Da una parte le schermaglie tattiche tra i due allenatori dopo le gare in campionato e in Coppa Italia, dall’altra i toni sempre più alti tra «aiutini», cioè la versione giallorossa del perché la Juventus fosse così avanti in classifica, e «le chiacchiere da bar», cioè la risposta bianconera. Più di recente, una vera e propria guerra dialettica, con protagonisti di nuovo gli allenatori. «Spero che il Sassuolo si giochi la partita fino in fondo e non faccia come le altre squadre che hanno affrontato recentemente la Juventus, che pur dovendosi salvare non hanno messo in campo la formazione migliore », il «j’accuse» di Rudi Garcia. La risposta di Antonio Conte non è tardata ad arrivare. «Sono parole provinciali sotto tutti i punti di vista. In Italia non c’era certo bisogno del signor Garcia, per fornire degli stimoli a chi affronta la Juventus. Contro di noi fanno tutti la partita della vita, il tecnico francese ha mancato di rispetto ai giocatori e alle società che sono scesi in campo contro la Juventus. Le sue parole, così come gli aiutini, sono classificabili come chiacchiere da bar». A pochi giorni dallo scontro diretto dell’Olimpico, che difficilmente sarà decisivo per l’assegnazione dello scudetto visto il grande vantaggio della Juventus, il clima è più che surriscaldato. La Roma ha deciso di non rispondere in maniera ufficiale a Conte, ma la posizione della dirigenza giallorossa era chiara già prima delle parole dello juventino: la società sposa in pieno le parole di Garcia, interpretate come «una denuncia nei confronti di un tipo di cultura sportiva diffuso in Italia, soprattutto a livello mediatico, che il tecnico non comprende».

A Trigoria, insomma, il pensiero dominante è che «ad essere provinciale non è Garcia, ma l’atte g g i amento di a l cuni protagonisti del calcio italiano che accettano passivamente una sconfitta ancor prima del fischio d’inizio». Il riferimento, nemmeno troppo velato, è al presidente del Livorno Aldo Spinelli, che prima della gara contro i bianconeri aveva parlato di «risparmiare i diffidati per la gara successiva contro il Chievo». In questo contesto è stato tirato in ballo anche Eusebio Di Francesco, tecnico del Sassuolo che stasera giocherà contro la Juventus. A lui Garcia e i tifosi romanisti, che si sono scatenati sui social network nei confronti di Conte, chiedono il «favore» che potrebbe riaprire il campionato. «Il Sassuolo – le sue parole – se la giocherà alla morte. Per noi mancano quattro partite alla fine che decideranno il nsotro destino in serie A. Quella contro la Juve non è una gara jolly, non mi piace questa mentalità. Voglio una squadra con il coltello tra i denti, pur sapendo che sarà una partita proibitiva ». Se poi dovesse riuscirgli un miracolo, a Roma il numero dei suoi (già tanti) amici aumenterebbe ulteriormente

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