(A. Catapano/C. Zucchelli) – Le storie più belle vengono spesso da lontano, perché hanno un lieto fine macerato da gioie antiche e notti di ansia. In fondo, questo è anche il ritratto di Douglas Sisenando Maicon, che stasera ritroverà il Milan in un derby virtuale destinato a lanciarlo — grazie all’attenzione internazionale — verso quel Mondiale che sembra essere l’alfa e l’omega della sua stagione. Stagione con esiti assai buoni, ma non così scontati. Per chiarire il concetto, basta leggere cosa scrive Garcia nella sua autobiografia (Tutte le strade portano a Roma ): «Passammo in rassegna diversi nomi, tra cui quelli del giovane Wallace e Corchia, del Sochaux, ma nessuno secondo me rispondeva ai requisiti richiesti. Quando invece, durante una discussione, emerse il nome di Maicon, pensai che fosse proprio quello giusto. Certo, la sua stagione al City non era stata trascendentale. Solo 12 partite in Premier, il bilancio era scarso. Ma noi potevamo offrirgli l’opportunità di rimettersi in sella. “Mi va bene anche se renderà al 75% rispetto al periodo in cui giocava nell’Inter”, avevo dichiarato. Sabatini era d’accordo con me e quindi procedemmo per concludere».
Valore aggiunto La conclusione, arrivata con un contratto di due anni da tre milioni di euro, in realtà è stato un inizio. La stagione del brasiliano, che in patria viene dato in calo rispetto a Rafinha per il posto di vice Dani Alves al Mondiale, è stata quasi perfetta. E della scommessa di cui qualcuno parlava non c’è mai stata traccia. Ventinove le presenze tra campionato e coppa finora, 2.372 i minuti giocati, due reti, due assist e tanta personalità che, ripensando a chi occupava la fascia destra un anno fa al posto suo, dà da sola l’idea del suo valore aggiunto.
La Juventus… La stessa personalità mostrata in campo, poi, gli ha consentito di andare davanti alle telecamere, lui che parla col contagocce, per dire senza mezzi termini che «se lo scudetto non arriverà sarà solo colpa nostra, visto che abbiamo lasciato per strada dei punti importanti». Nessun rimpianto, fredda cronaca, quella di Maicon, che aspetta il ritorno in Brasile (se non sarà Mondiale, saranno vacanze) e quello in Champions. La sua competizione preferita, vinta con l’Inter nel 2010.
… E il Milan Di quella squadra gli restano i ricordi, come quell’ultimo gol in nerazzurro, datato 6 maggio 2012, proprio contro il Milan. In porta c’era Abbiati, sulla panchina nerazzurra Stramaccioni, su quella opposta Allegri. Oggi entrambi guarderanno Roma-Milan in tv, lui invece, nonostante in settimana abbia fatto soltanto un allenamento con i compagni, sarà regolarmente al suo posto sulla fascia destra. Per la Roma e per il Brasile, con la speranza che anche Scolari guardi la partita. Da lontano, magari. Visto che le storie più belle partono spesso da lì.