(A. Pugliese) – Un cuore per dimenticare una settimana turbolenta, un altro messo in tasca e custodito gelosamente per il futuro, quello che vuol dire Champions diretta. Il primo è quello che Radja Nainggolan ha dedicato a Claudia Lai, sua moglie, dopo la bufera delle bottenon botte e delle scenate di gelosia che ha colorato di gossip l’inizio della settimana giallorossa. L’altro è quello che si è preso e portato a casa Ljajic, fischiato al momento del cambio da quella che è stata a lungo la sua città, ma capace di replicare la stessa grande prestazione offerta una settimana fa con l’Atalanta. Esattamente quello che gli aveva chiesto Garcia, impreziosito da un assist al bacio proprio per Nainggolan. «Era una partita speciale per me, tante emozioni, ma una volta sceso in campo è passato tutto ha detto alla fine Adem . È andata bene, sono contento per l’assist a Radja e per come ho giocato».
Assist e futuro Ieri in tribuna c’erano anche gli osservatori del Liverpool, venuti anche a vedere lui, Adem Ljajic. E, c’è da scommetterci su, avranno annotato con la penna rossa più di una cosa dell’attaccante serbo. «Io penso a finire bene la stagione, poi ci metteremo a tavolino con la società e vedremo cosa fare continua Ljajic Mi alleno bene, do sempre il 100%. Sono venuto a Roma per restarci il più possibile, poi vedremo cosa succederà ». Già, ma intanto anche Montella ha già fatto sapere che se lo riprenderebbe molto volentieri. «Fa piacere, a Firenze ho anni molto belli, ma ora penso solo alla Roma. Abbiamo raggiunto la Champions matematica, ma non dobbiamo mollare. Lo scudetto? Vediamo cosa succede, la Juve deve venire a giocare anche all’Olimpico, ma sappiamo che non dipende solo da noi».
Cuore pasquale Radja, invece, ha incassato i complimenti di tutti, alla fine di una partita in cui ha messo la solita immensa energia in ogni angolo di campo. Sudore, corsa, intensità e quella spaccata sull’assist di Ljajic che in un attimo gli ha fatto sparire dalla testa tutti i brutti pensieri degli ultimi giorni. In quell’attimo lì, gli sono tornati in mente Claudia e Aysha, la figlioletta di due anni, quella che troverà nell’uovo di Pasqua il gol del suo dolce papà. E per festeggiare quel gol, non ci ha pensato un attimo a comporre con le mani il gesto del cuore, quello che nonostante tutto lo lega fortemente alla sua famiglia. «Un gol pesante? No, è frutto di tutta la squadra, proviamo sempre a giocare bene» ha detto Radja all’intervallo. Poi, nella ripresa, si è messo lì a rintuzzare ogni attacco viola, provando anche a colpire in un box to box finale che poteva portarlo all’apoteosi. Pazienza, si accontenterà di un gol e di quel cuore. Una Pasqua migliore, a conti fatti, non se la poteva augurare