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GAZZETTA DELLO SPORT Dai mugugni alle ovazioni. DDR è rinato

De Rossi
De Rossi

(C.Zucchelli) Roma-Chievo dello scorso campionato, 8 maggio, ultimo k.o. in casa dei giallorossi: Daniele De Rossi sbaglia un passaggio, una parte del pubblico mugugna, lui reagisce con un gesto di stizza. Non a caso, qualche settimana prima aveva detto: «Il rapporto con alcuni tifosi non è più lo stesso. Quando sbaglio, certi mormorii si sentono». Sono passati poco più di 12 mesi da quelle parole, sembra preistoria. Non solo perché i mormorii e i mugugni sono ridiventati applausi, ma anche perché i passaggi, De Rossi, non li sbaglia più.

Record. È il giocatore della Serie A più preciso: 1844 i passaggi riusciti, davanti a Pjanic (1667) e a Moretti del Torino (1666). Soltanto sabato ne ha messi insieme 99, in una giornata terminata con la fascia al braccio e iniziata con il sorpasso a Losi. Con 452 presenze complessive, da tre giorni De Rossi è il secondo giocatore ad aver indossato più volte la maglia della Roma. Un calciatore ritrovato, lontano parente di quello che soffriva a Trigoria e si consolava in Nazionale. 

PRANDELLI E GARCIA  Oggi, che insieme a Florenzi è a Coverciano per i test pre-Mondiale, l’azzurro non è più un’ancora di salvezza, ma la ciliegina sulla torta. Una torta preparata fin dall’estate e che Rudi Garcia, nel suo libro, racconta così: «De Rossi mi aveva detto che con la testa era in partenza, lontano da Roma. Mi ripeteva con insistenza che aveva delle opportunità e dovevo lasciarlo andare. Ma ci eravamo accordati per una dead line, non lo avrei mai lasciato partire dopo la prima giornata». Il resto è storia nota: il Manchester lo chiama, De Rossi tiene fede al patto e declina: «Rispetto il mio impegno, resto». Commento del tecnico: «Erano le parole di un grande giocatore, lo sapevo. Ma anche di un grande uomo e questo non potevo ancora saperlo».

VECCHI  AMICI  Lo sapeva, invece, Montella: sabato saranno avversari, 11 anni fa, quando De Rossi esordì in A, era in campo insieme a lui e Totti. In tribuna c’era Pradè, davanti alla tv Aquilani, altri avversari, ma prima ancora amici. Per non parlare di Pizarro: «Con lui — ha detto Daniele — ho giocato molte delle mie migliori partite». Complice Spalletti, l’allenatore che tanto gli ricorda Garcia. Sarà anche per questo che, quasi 2.000 passaggi dopo quel Roma-Chievo di un anno fa, De Rossi si è ripreso la Roma. E gli applausi.

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