Due anni e tre mesi dopo l’ultimo gol, 833 giorni dopo la rete al Bologna in quella che è stata probabilmente la miglior partita di Luis Enrique, Rodrigo Taddei torna a segnare: un colpo di testa sotto la Curva Sud, una rete simile a quella che, nel 2006, regalò alla Roma il derby delle 11 vittorie. Otto anni e («ma lui — dice Garcia — si allena come un ventenne») e sei allenatori della Roma dopo,Taddei è sempre lì, pronto quando viene chiamato in un gruppo dove segnano praticamente tutti, visto che il brasiliano è il 17° marcatore stagionale e con quello di ieri ha raggiunto i 24 gol in campionato con la Roma: «Ci tenevo a festeggiare con i tifosi — spiega — perché era giusto andare da loro».
A giugno scadrà il suo contratto, ieri in tribuna c’era il procuratore ma per ora il rinnovo è solo un’ipotesi. Tanto che Taddei preferisce parlare del campionato: «Io non devo dimostrare niente a nessuno, ma se fossi un dirigente rinnoverei il mio contratto per altri 10 anni. Per quanto riguarda il campionato, non guardiamo né alla Juve né al Napoli, pensiamo solo a noi. E niente festa per Pjanic: andiamo a riposare, domenica si gioca».