(A. Frosio) – La forza di questa Roma, che rischia di arrivare solo seconda a un ritmo comunque da record, è la capacità di cambiare pelle e strategia. Il sistema di partenza è sempre il 433, ma i giallorossi riescono a muoversi in modo da eludere la controffensiva avversaria. Ieri sera Montella è riuscito ad arginare la costruzione da dietro De Rossi, sempre intelligentissimo in copertura nel chiudere le linee di passaggio e nell’accorciare la squadra, appiccicandogli Ilicic. Solo 39 passaggi positivi per il 16 giallorosso, che ha ceduto a Pjanic i compiti di regia (52 passaggi positivi, solo 2 negativi). Il bosniaco a sua volta ha passato a Nainggolan la fase di inserimento in area avversaria, in una fase offensiva che vedeva Totti indietreggiare per lanciare Gervinho (poco incisivo: 4 dribbling persi su 5) e Ljajic. Per il capitano 32 passaggi positivi, 8 sponde e 7 lanci positivi in 75 minuti. La Fiorentina, al contrario, è mancata proprio nel centravanti: Matos ha messo insieme solo 12 passaggi, Matri ne ha aggiunti appena 4 più una sponda. Né ha aiutato più di tanto la posizione forse troppo avanzata di Cuadrado, costretto troppo spesso spalle alla porta, trovando più difficoltà a sprigionare le proprie qualità di corsa e dribbling (4 sbagliati su 6).
I terzini Un altro dato che salta all’occhio nella partita della Roma è il contributo dei terzini. Maicon e Dodò non sono stati protagonisti delle solite sgroppate: lo dimostra anche la larghezza della squadra, 48,1 metri contro i 49,8 della Fiorentina. Eppure l’ex interista è stato il giocatori con più tocchi (75), l’altro brasiliano il terzo dopo Pjanic (70 tocchi). Questo perché gli esterni difensivi hanno innanzitutto stretto la propria posizione in fase difensiva e si sono trasformati in centrocampisti aggiunti quando c’era da costruire.