(L. Pasquaretta) – Mai banale. Senza peli sulla lingua. Giorgio Chiellini non le ha mandate a dire.
Si può dire che lo scudetto potete perderlo solo voi?
«Sicuramente ce l’abbiamo in pugno, ma non vuol dire averlo vinto. Però vogliamo arrivare alla partita contro la Roma già campioni».
Chi ha più pressione voi o i giallorossi?
«Che pressioni possono avere loro? Hanno fatto un campionato strepitoso, oltre le più rosee aspettative. Hanno già conquistato il secondo posto, non me ne voglia il Napoli. Hanno solo da guadagnare ».
Vi sentite accerchiati?
«E’ normale, è così da mesi. Quando perde la più forte, fanno festa tutti. Ma noi faremo di tutto per chiudere il campionato il prima possibile».
Il terzo scudetto consecutivo sarebbe?
«Bellissimo, meritato, per quello che abbiamo fatto in questi 3 anni. Rivincere è facile solo a parole»
Pensate sempre a superare quota 100 punti?
«È un obiettivo secondario. Conta solo vincere lo scudetto. E insieme ai tifosi sogniamo pure l’Europa League».
Dalle vostre parole sembrava essere un peso. Ora invece?
«C’è voglia di alzarla al cielo. E’ un po’ uno scherzo del destino: la finale a Torino. La neve ad Istanbul non capiterà mai più. Ora che siamo li proveremo a vincerla».
Conte vi ha raccontato quando nel 2000, da giocatore, ha perso lo scudetto con 8 punti di vantaggio?
«Non ancora. (risata, ndr). Faremo di tutto, affinché non capiti. Ci sentiamo i più forti».
A Napoli la pensano diversamente
«Non è un problema nostro. Nel primo tempo al San Paolo sono scesi in campo i fratelli della Juve, nella ripresa abbiamo reagito, ma non è bastato».
Benitez, le ha detto: «sei sempre il solito», facendola passare per provocatore?
«Io penso solo a giocare e a vincere».
Dopo le sconfitte dove trovate la forza per rialzarvi?
«L’entusiasmo aiuta tanto, poi c’è l’obiettivo. Ma devo dire che eravamo più arrabbiati dopo il pareggio di Verona, che dopo la sconfitta di Napoli. A Lione abbiamo risposto sul campo».
Della Juve che dava spettacolo, però, si sono perse le tracce
«Il nostro è stato un calo più mentale che fisico. Siamo stati in emergenza. E poi ci sono sempre gli avversari».
In Italia siete il top, in Champions avete fallito…
«Serve esperienza e un piglio diverso. L’eliminazione di quest’anno sarà utile per farci fare il salto di qualità».
L’Atletico, che fattura la metà della Juve, può essere un modello?
«In un certo senso sì. Funzionano come squadra, come gruppo. Un po’ come noi. Simeone per temperamento assomiglia tanto a Conte. Lo abbiamo visto in Europa League, a livello continentale c’è equilibrio, a parte quelle 3/4 squadre composte da marziani, che fanno la differenza e sono superiori alle altre».