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IL MESSAGGERO La Roma è sempre più su

Totti Taddei

(U.Trani) L’Europa riappare nel tardo pomeriggio, sotto la collina di Monte Mario: il primo obiettivo è in cassaforte. Ma il risultato della Roma, valutato in questo modo, sarebbe sminuito. Perché i 73 punti conquistati fin qui valgono molto di più: basta un punto per avere la certezza di giocare i preliminari di Champions, grazie ai 21 punti, sulla Fiorentina quarta. Il successo abbondante emeritato sul Parma, 4 a 2 nel recupero della gara sospesa il 2 febbraio sotto il diluvio, ha il significato della svolta. Il gruppo di Garcia adesso si ritrova addirittura più vicino alla vetta della classifica, a 8 punti dalla Juventus (recuperati 6 punti in 4 giorni), che non al terzo posto, con il Napoli staccato di 9 punti (sono poi 10, per la peggiore differenza reti negli scontri diretti). I giallorossi, dunque, con la quinta vittoria di fila (la striscia migliore della stagione dopo l’en plein delle prime dieci gare), rafforzano il secondo posto e al tempo stesso non consentono ai campioni d’Italia di vivere in assoluta tranquillità le ultime sette gare del torneo che si accavalleranno con gli impegni dei bianconeri in Europa League.

USATO SICURO Il turnover paga e si capisce subito. Garcia fa tre innesti, rispetto alla gara di domenica a Reggio Emilia, e va sul sicuro. In campo tre senatori: Maicon a destra, con Torosidis dirottato a sinistra e Romagnoli in panchina, Taddei intermedio, per la squalifica di Nainggolan, e Totti centravanti mascherato, con l’esclusione iniziale di Florenzi, in mezzo a Gervinho e Destro, l’unico a non far centro dei tre davanti e sfortunato nei 59 minuti in cui resta in campo, avendo colpito nel primo tempo il palo e la traversa. I cambi, dunque, sono mirati: la partita è da vincere e servono esperienza e personalità. Taddei, inizialmente, fatica in fase di non possesso palla: davanti a sè trova Acquah, l’avversario più intraprendente. Mail jolly brasiliano, trovate le misure, prende quota nella ripresa e dà sostanza alla sua prova con il gol sotto la Sud. Donadoni si specchia nel 4-3-3 del collega francese, ma le assenze, in particolare in difesa, non lo aiutano: senza l’infortunato Paletta e lo squalificato Felipe, l’ex cittì azzurro si inventa il fluidificante mancino Molinaro come centrale, accanto a Lucarelli. Contro un reparto così fragile, la Roma può esagerare. Al Parma mancano anche Gargano e Cassano che all’Olimpico spesso non si presenta. Presi tre gol contro la Lazio, sempre qui, domenica pomeriggio, eccome altri quattro per la terza sconfitta di fila dopo la lunga serie di risultati positivi (17).

TIRO AL BERSAGLIO Manca l’equilibrio per gran parte del primo tempo che dura 38 minuti scarsi (recupero compreso). Si ricomincia dal fallo laterale per il Parma sotto la Tribuna Tevere e stavolta piovono emozioni per i 42 mila spettatori, con tre reti in sette minuti. Schelotto si pappa un gol di testa e Maicon si dispera per la paratona di Mirante. Gervinho firma l’1 a 0, a porta vuota (12′): è lui che fa partire l’azione, con Totti che smarca Destro. Palo e settima rete in campionato dell’ivoriano (10 con le 3 in coppa Italia) che raddoppia in pochi secondi: sinistro al volo, ma rete annullata. Fuorigioco. Su cross di Gobbi, l’1 a 1 di Acquah, bravo a girarsi in area e a chiudere di destro (15′). Pjanic è ispirato. Passa un minuto e appoggia la palla in area a Totti (16′): destro che diventa una carezza per il 2 a 1. Applausi per il capitano: 234 gol in A, settimo di questo torneo e ventesimo in carriera al Parma. Benatia difende il nuovo vantaggio, fermando Schelotto e a seguire Amauri. La Roma si abbassa anche con gli attaccanti. Totti lancia Maicon, cross e colpo di testa di Destro. Traversa. La ripresa èmeno spettacolare. La Roma allunga. Pjanic, su rinvio corto di Lucarelli, piazza il destro del 3 a 1: è il suo quinto gol in questo torneo (4′). Su corner, l’unico battuto dai giallorossi, di Florenzi, entrato per Destro, il gol di testa di Taddei per il 4 a 1: il brasiliano, ultima rete il 21 dicembre 2011 a Bologna, è il diciassettesimomarcatore del gruppo di Garcia. Nessuna squadra ha fatto meglio. Prima del recupero (45′), gran destro di Biabiany.Manonostante i due gol incassati, la Roma raggiunge la Juve come differenza reti: più 45. Il dato è da incorniciare: prima difesa e secondo attacco.

 

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