Nuovo appuntamento per la rubrica di GazzettaGiallorossa.it, che ha il compito di analizzare il meglio e il peggio della giornata calcistica, tra top e flop.
VOTO 0 STRETTA MANCATA
Tutti ad attendere Sampdoria-Inter come fosse l’ultima puntata di una seguitissima soap opera sud-americana (ricordate Topazio?!) con Mauro Icardi e Maxi Lopez nei ruoli dei protagonisti. A dire il vero nel calcio già c’era stato un copione simile e proveniva dall’Inghilterra, più appropriato per un poliziesco americano con John Terry e Wayne Bridge (il capitano del Chelsea ebbe una storia extra coniugale con la moglie del terzino ex City) che rifiutarono di scambiarsi la stretta di mano in campo. Il problema è che i due argentini hanno seguitato a dare spettacolo in campo con il primo mattatore dell’incontro con una doppietta (festeggiata lunedì mattina con foto su Twitter di corna alla guida dell’auto con Wanda) e il secondo mazziato dall’errore dal dischetto e dal nervosismo esagerato che lo ha corroso durante i 90′. I buoni non vincono mai…
VOTO 1 FAMO ER TURN-OVER
Proprio nella ricorrenza della scomparsa di Piermario Morosini (bello il ricordo con una gigantografia del “Moro” in mezzo al campo prima del fischio d’inizio) il Livorno non riesce a regalare ai propri tifosi una vittoria scaccia crisi. Contro il Chievo ci si giocava gran parte della salvezza visto che d’ora in poi non ci saranno più scontri diretti, ma il campo ha detto altro rispetto ai presupposti. Siligardi aveva illuso con un gol nei primi minuti di gara, subito ripreso dal timbro del bomber Paloschi. Paulinho dal dischetto aveva riequilibrato il risultato ma proprio ad un soffio dall’intervallo ancora l’attaccante scuola Milan sfodera un colpo di tacco in mischia per il nuovo vantaggio ospite. Nella ripresa il numero 43 gialloblu cala il tris dagli 11 metri e abbassa il sipario sulle ambizioni di rimonta dei labronici. La massima serie è roba da grandi…
VOTO 2 MAGICA UDINESE
Passano gli anni ma non cambia il copione. Come accaduto il 5 maggio 2002 bastano una ventina di minuti alla Vecchia Signora per chiudere la pratica Udinese. All’epoca furono i gol di Del Piero e Trezeguet, oggi quelli dei surrogati Giovinco e Llorente, interpreti diversi ma dallo stesso andamento. Ciò che maggiormente sorprende è la reazione nulla della squadra di Guidolin nella seconda parte di gare e nell’assalto (ma quale?) dei minuti finali. Se a questo aggiungiamo che al Friuli il 70% di pubblico era di fede juventina, abbiamo il quadro di altri tre punti scudetto in cassaforte. Giardino di casa.
VOTO 3 LA GRINTA DI NOVARETTI
Il centrale argentino, seguito lo scorso anno anche dal Manchester City di Mancini, ne combina di tutti i colori in quel del San Paolo contro il Napoli. Subentrato dalla panchina al posto di Felipe Anderson dopo l’espulsione di Cana per fallo su Mertens ad inizio ripresa, l’ex giocatore del Toluca si trova a dover fronteggiare Gonzalo Higuain e i risultati sono più che scontati. In occasione del 3-1 si fa uccellare dal fuoriclasse argentino su un lungo lancio di Insigne, la palla sbatte sulla testa dell’ex Madrid, lui si gira perde l’orientamento e si fa scappar via alle spalle l’avversario che va ad insaccare indisturbato. Dulcis in fundo, nell’ultimo minuto di recupero, ancora uno spiovente e ancora una dormita imbarazzante del difensore albiceleste che si annoda su sè stesso facendosi saltare bellamente e dando il via libera per il 4-2 conclusivo. Po-po-po-po-polaretti…
VOTO 4 SOSIA MANCATI
Personaggi illustri a Marassi per la sfida tra Sampdoria e Inter. Nel settore ospite occupato dai tifosi neroazzurri spicca Juergen Klopp. Ah, no. Non è lui. Ma un semplice ragazzo milanese classe 1987 che rivendica la sua somiglianza attraverso il noto social network twitter. L’unico appunto da muovere potrebbe riguardare il fatto di presentarsi di 13 aprile a torso nudo in quel di Genova. Con tutto il rispetto: Klopp o non Klopp è stato uno spettacolo che ci potevamo risparmiare. Rivestite.
VOTO 5 AVANTI A BRACCETTO
Nella dura lotta per non retrocedere poco spettacolo e giochi ormai fatti per quella che sembra più che mai una passeggiata in riva al mare per la fine di un’amore. Le tre più volte candidate sembrano ormai prossime ad un ritorno, per chi immediato (Sassuolo, Livorno) e per chi dopo ben 8 lunghi anni (Catania), nel campionato cadetto italiano. Auspicabile per le prime due, assolutamente inaspettato per gli etnei capaci nella passata stagione di chiudere l’anno in ottava posizione (una in più dell’Inter) con 56 punti (record) frutto di 15 vittorie, 11 pareggi e 12 sconfitte. Il pari nel derby di Parma tra ducali e Bologna, allunga infatti il divario tra i rossoblu (quart’ultimi) e il gruppo composto dalle sopra citate, contemporaneamente non andate oltre ad un pareggio (Sassuolo) ed una pesante sconfitta nell’ultimo match point casalingo (Livorno). Staccato invece il Chievo, vittorioso contro gli amaranto nello scontro diretto e ora con 5 punti di vantaggio dalle sabbie mobili. Ciriciao Gente.
VOTO 6 MONTOLIVO FINALMENTE
La quarta vittoria della squadra guidata alternamente da Clarence Seedorf porta la firma del Capitano rossonero in dubbio fino all’ultimo per un suo impiego in campo sin dal primo minuto. Nella disputa ha la meglio la dirigenza del diavolo che spinge per averlo sul rettangolo verde nell’undici titolare per buona pace dell’acerbo tecnico olandese. Il centrocampista azzurro ripaga la fiducia decidendo la sfida di San Siro grazie ad un gran destro rasoterra dalla lunga distanza complice anche un tutt’altro che inapprensibile Mariano Andujar: più che incerto su una conclusione si potente, ma non irresistibile. Successo che vale oro quello dei rossoneri ora a -3 dal Parma (avanti in caso di arrivo a pari merito complice il doppio successo negli scontri diretti) e sempre speranzosi in una, fino a poco tempo fa, quasi impossibile qualificazione alla prossima Europa League. La macchina del Papi.
VOTO 7 MILLE E AQUILANI
Nella pirotecnica sfida del Bentegodi; portata principale al risultato finale di 3-5, con contorno misto di controversi svarioni difensivi e sprazzi di incredibili giocate (vedi la rete messe a segno da Iturbe alla maniera del miglior Tomba in pieno slalom gigante o il calcio spumeggiante espresso dalla squadra guidata da Vincenzo Montella). A spiccare su tutti è però fresco convocato e ristabilito Alberto Aquilani. Il centrocampista dei Viola realizza una facile doppietta mettendo a segno la rete del primo vantaggio e quella del definitivo ko suggellando così una bella prova sua e di tutta la squadra ospite. Negli stessi 90′ per uno spettacolo degli occhi arrivano anche la rete che sblocca il match a favore degli scaligeri firmata da Sala, il pari di Cuadrado, la rete appunto di Aquilani, quella di Borja Valero, l’illusorio rigore trasformato da Luca Toni per il nuovo tentativo di aggancio, la risposta immediata di Matri e quella definitiva del solito Aquilani prima del super gol finale di Iturbe. 1000 in Serie A per la Fiorentina.
VOTO 8 GENOVA NEROAZZURRA
Stravince e convince l’Inter di Mazzarri. I neroazzurri abbattono la Sampdoria dell’ex Sinisa Mihajlovic con un sonoro 4-0 al Marassi mettendo in mostra un Icardi in versione Celentano (“Innamorato Pazzo”), autore di una bella doppietta, ed un Samir Handanovic, pronto a riscattare alla sua maniera i primi scricchioli di una Milano chiacchierona riguardanti le certezze assolute sulle sue qualità tra i pali neutralizzando in grande stile il rigore del possibile pareggio calciato da un geloso Maxi Lopez. Oltre ai due una gara ben condotta soprattutto a livello mentale per l’undici in altre occasioni troppo emotivo (non questa volta) del tecnico toscano accompagnato anche dalle altre reti siglate da Samuel con un perentorio colpo di testa e dal solito Palacio: rete numero 15 per l’ex Genoa ancora a segno in questa incredibile stagione. Un bel giorno. Senza dire niente a nessuno. Me ne andai a Genova…
VOTO 9 RIMONTA GRANATA
La squadra di Ventura non finisce di stupire e tiene accesa la fiammella della speranza per una qualificazione alla prossima Europa League, sorretta dal duo d’attacco sempre più vicino all’obiettivo mondiale. Dopo la rete di Alberto Gilardino (a proposito di Nazionale) all’86’, le sorti della contesa sembravano definite a favore del Grifone ed invece nel giro di un minuto succede l’imponderabile. Ciro Immobile pesca dal cilindro un destro a giro dal limite dell’area che si insacca all’angolino sinistro della porta di Perin per il momentaneo 1-1. Nemmeno il tempo di rimettere la palla al centro che ecco Cerci impossessarsi del cuoio, partire in percussione centrale, arrivare ai 20 metri e sparare col “manciolo” una botta terrificante che scheggia il palo e finisce in porta per l’apoteosi generale della Curva Maratona. Ripetuta la celebre impresa di Sheringham e Solskjaer nella finale di Champions League tra Manchester United e Bayern Monaco disputata al Camp Nou di Barcellona nel 1999. Remuntada…
VOTO 10 TRIPLO PIPITA
Alla sua prima stagione nella massima serie, massima la differenza tecnica fatta registrare dall’attaccante ex Real Madrid rispetto alla media della serie A attuale. Assoluto protagonista dell’attacco partenopeo in una stagione che ha confermato una grandissima dote offensiva accompagnata però da una traballante copertura nella zona arretrata da parte della squadra allestita da Rafa Benitez, nella gara contro la Lazio l’argentino si prende la soddisfazione della prima tripletta italiana e continua a rimarcare il suo io ci sono nella lotta per il titolo di capocannoniere: il bomber segna quota 17 a due lunghezze da Immobile. Tre gol di cui uno su rigore e due in bevuta al povero Novaretti uscito malconcio nella lotta contro un peso massimo come il centravanti, bravo nel trafiggere la porta laziale con altrettanti azioni personali in un mix perfetto di classe e potenza. Da segnalare al San Paolo anche l’eurogol di Mertens con un gran destro all’incrocio dei pali in risposta all’illusorio vantaggio biancoceleste firmato Sedan Lulic. Truoppu biellu guagliò.
A cura di Papi&Piccinini