Nuovo appuntamento per la rubrica di GazzettaGiallorossa.it, che ha il compito di analizzare il meglio e il peggio della giornata calcistica, tra top e flop.
VOTO 0 PAPERONE BARDI
L’estremo difensore scuola Inter ne combina una delle sue, visti i precedenti di questa stagione, buttandosi letteralmente dentro la palla da solo nel corso della prima frazione contro la Lazio. Sul lungo cross dalla sinistra, il capitano biancoceleste Stefano Mauri, si coordina con il mancino e da posizione defilata indirizza sul primo palo una conclusione debole e senza grandi pretese. Il numero 1 labronico si accascia a terra goffamente senza respingere in avanti ma accompagnando lateralmente la sfera oltre la linea bianca per lo 0-1 che indirizza il match. A nulla servono i buoni interventi successivi (bella la deviazione sulla sventola da fuori di Biglia) viste le difficoltà realizzative degli uomini di Nicola. Ancora acerbo e incline all’errore banale, si comporta da classico interprete di provincia, bravo nel parare una grande moltitudine di tiri ma costante nell’infilarci in mezzo qualche sbavatura. Nella ripresa rimedia anche l’ammonizione (protesta per la mancata assegnazione di un calcio d’angolo) che gli costerà la squalifica per la gara contro l’Udinese di settimana prossima, con la retrocessione ormai scontata degli amaranto. La strada per il successo é ancora lunga…
VOTO 1 SUICIDIO CHIEVO
La squadra di Eugenio Corini stecca il match point salvezza rimanendo invischiata ancora nella dura lotta per non retrocedere. Nella trasferta di Marassi, non basta il rigore trasformato da Thereau e l’uomo in più alla banda clivense per portare a casa una vittoria importantissima viste anche le sconfitte di Bologna, Livorno e Catania. La remontada blucerchiata (arrivata nei minuti finali del match), porta le firme di Eder e Soriano con la rete di quest’ultimo, propiziata da un grossolano errore in fase di copertura da parte di Hetemaj, incapace di liberare la difesa ospite fornendo invece un assist al bacio per la zampata risolutiva del centrocampista doriano. Occhio alle spalle.
VOTO 2 FELIPE DA PUGILATO
Il Sant’Elia ancora scenario di violenza in campo. In un ambiente tutt’altro che caldo sugli spalti, visto il cantiere ancora in alto mare e i soli 6.000 spettatori presenti, ci pensa il brasiliano del Parma a rendere bollenti gli animi con una brutta reazione ai danni di Rossettini. All’8′ della ripresa, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, il difensore ducale perde la testa dopo un normale scontro di gioco e rifila una manata in faccia al collega sardo rimediando l’ovvio cartellino rosso di Gervasoni. Dopo l’episodio Destro ancora un gesto sopra le righe ma stavolta senza appendici televisive. Iron mike…
VOTO 3 L’UNICO FRUTTO DELL’AMOR
Impossibile non citare l’episodio della settimana che arriva dritto dritto dall’idiozia di un tifoso del Villarreal nella sfida del Madrigal contro il Barcellona. La banana lanciata in campo e magistralmente mangiata da Dani Alves, prima dell’autogol di Musacchio per il momentaneo 2-2 (poi 3-2 complice il gol di Messi), ha scatenato la solidarietà di tutto il mondo calcistico e non, con una serie di selfie postati sui maggiori social network con il frutto esotico in primo piano. Ovvia la radiazione a vita del presunto supporters del sottomarino giallo individuato grazie alla collaborazione delle persone che sedevano intorno a lui e che, tra ieri sera e oggi, hanno permesso l’identificazione dell’idiota di turno. Stiamo alla frutta.
VOTO 4 LE PAPPINE DEL CATANIA
Lo scorso anno il Palermo (già in grado di risalire dopo un solo anno di purgatorio) quest’anno i rossoblu etnei. La maledizione delle siciliani continua ad imperversare e nonostante gli sforzi di Pulvirenti (sempre inferiori alle sciocchezze sui cambi di allenatore) la classifica piange e lascia pochissime speranze. Ultimo posto a 23 punti, meno cinque dalla salvezza a tre giornate dal termine e un calendario in salita. Nel lunch time match del Bentegodi nemmeno il tempo di mostrare le buone intenzioni che subito arrivano le bordate di Toni e compagni a rimarcare una differenza netta e incolmabile. A nulla servono le botte riservate ad Iturbe (costretto a lasciare il campo per una contusione) e la grinta di Pellegrino. La strada sembra segnata e con ogni probabilità sarà la Roma tra 5 giorni a sancire la matematica retrocessione. Cadetti.
VOTO 5 IL PALO DI INLER
Nel posticipo del sabato di Serie A le ambizioni di vittoria del Napoli si infrangono contro il legno della porta di Handanovic, consegnando agli archivi uno 0-0 che scontenta i più. L’occasione ghiotta per infrangere il clean sheet capita sui piedi del centrocampista svizzero, piuttosto attivo nel corso della ripresa. Palla incollata al mancino, serpentina al limite dell’area, viziata anche da un rimpallo fortuito e rasoiata a pochi passi dall’estremo nerazzurro. La sfera fila via liscia a pelo d’erba andandosi a schiantare sul legno nell’angolino basso alla sinistra del portiere sloveno. Imitazione mal riuscita della bellezza incastonata all’Olimpico contro il Milan da Miralem Pjanic venerdì sera. Riprova sarai più fortunato…
VOTO 6 PER FORTUNA NON C’E’ ODORE DI BISCOTTI
Il forno è chiuso e la nonna anziana del calcio italiano non cucina più. O almeno così sembra. A differenza delle annate passate quando le ultime giornate di campionato venivano caratterizzate da risultati incredibili, sconfitte inaspettate e vittorie discutibili, in questa stagione, forse aiutato anche dal calendario fitto e da una lotta per non retrocedere e per l’Europa ancora attiva, il campionato una volta etichettato come il più bello del mondo riesce a risultare a tre giornate dal termine ancora vivo e soprattutto avvincente sino alla fine. In netta controtendenza rispetto a quanto visto da 20 anni a questa parte per buona pace di spettacolo e divertimento. La cucina chiude alle 24:00.
VOTO 7 CANDREVA NELLA STORIA
Dodicesima rete in campionato per il centrocampista romano che, oltre a mettere la parola fine sulla trasferta del Picchi rilanciando in un colpo solo i biancocelsti in chiave Europa League (sorpasso su Milan e Parma e aggancio al treno dei 52 punti assieme a Torino e Verona che potrebbe valere il sesto posto), entra di diritto nella storia del club capitolino diventando il centrocampista della Lazio che più ha segnato in un torneo della massima serie. Primato che apparteneva già allo stesso Candreva, capace nell’annata scorsa di chiudere la stagione con undici marcature e in questa, di fare addirittura meglio confermandosi come il vero mattatore delle Aquile in un torneo condotto in maniera tutt’altro che sfavillante. Romoletto.
VOTO 8 BOMBER DI CASA NOSTRA
A guidare la classifica dei marcatori nella massima serie calcistica, troviamo due centravanti italiani, rappresentanti della vecchia e nuova generazione di punte tricolori. Ancora a segno Immobile nel 2-0 del Toro all’Olimpico contro un Udinese spenta e inguardabile per il 21* sigillo di questo campionato. Non da meno l’altro centravanti in lotta per un posto in Europa League con il suo Verona, ovvero Luca Toni a quota 19. Nel 4-0 al Catania il Luca nazionale ne mette dentro due, anche se per un’insulsa decisione della federcalcio il secondo non gli viene attribuito visto che dopo l’imperioso colpo di testa la palla sbatte su Frison previa deviazione sulla traversa ed entra in rete grazie alla complicità di quest’ultimo. Diciannove o venti poco cambia, rimane la grandezza di un classe ’77 ancora al passo con ragazzi di 13 anni più giovani e sempre in prima linea. Altro che Balotelli…
VOTO 9 CUADRADO NON SI FERMA PIU’
Sul talento colombiano della Viola è netto l’interesse da parte di molti top club europei e vista la stagione messa in scena alla corte di Montella per trattenere nel campionato italiano il forte esterno offensivo sudamericano la società toscana sarà chiamata ad un sforzo veramente cospicuo; specialmente sul piano economico. Nella gara contro i felsinei è lui ad aprire le danze sfruttando al meglio un cross basso dalla destra di Joaquin bucando l’estremo di casa con una zampata sporca ma efficace, ed è sempre lui a chiudere definitivamente la contesa nei minuti conclusivi del match con un destro potente da fuori area imparabile per Curci a conclusione di una iniziativa personale. Nel mezzo la rete del 2-0 siglata da Ilicic. Vespa 50.
VOTO 10 CIAO MAESTRO VUJA
C’era una volta un calcio fatto di romanticismo e allenamento duro. C’era una volta un mister capace, poliedrico, intelligente, giramondo e vincente. Questo e tanto altro ancora è stato Vujadin Boskov; tecnico di nazionalità jugoslava (serba) legato a doppio filo all’Italia e a Genova ancora di più, sponda blucerchiata prima da giocatore e poi da allenatore. Piazza con la quale riuscì a vivere l’incredibile scudetto della stagione 1990-1991, ma anche due Coppe Italia, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Italiana e una indimenticabile, quanto sfortunata, finale di Coppa Campioni persa contro il Barcellona a Wembley nei tempi supplementari. Memorabili per chi come noi ha avuto la fortuna di viverlo all’apice della carriera le sue interviste e i suoi aforismi legati al rettangolo verde e non solo. A tutti quelli che non l’hanno vissuto diciamo solo: ce dispiace per voi, ma Rigore è quando arbitro fischia.
A cura di Papi&Piccinini