(P.A. Coletti) – Qualcosa di strano, che non torna, nel calcio italiano c’è ed è evidente. C’è un sistema dove un presidente di una società non viene fatto decadere dalle sue cariche sportive (come vorrebbe l’art. 22 bis delle NOIF, norme organizzative interne della FIGC) nonostante una sentenza definitiva della Cassazione. Un sistema dove un presidente può aggredire un tifoso senza subire alcun provvedimento. Un sistema dove un giocatore viene squalificato per 4 giornate con la prova tv nonostante l’inapplicabilità della stessa. Un sistema dove prima vengono chiuse le curve per cori di discrimanzione territoriale e poi restano impuniti quelli antisemiti. Mario Stagliano, avvocato ed ex vice capo della procura indagini della Figc, ha parlato a Il Romanista delle disparità, ineguaglianze e assurdità del nostro calcio.
Il presidente federale Abete ha dichiarato che la decadenza del presidente della Lazio, Claudio Lotito (condannato in Cassazione per omessa alienazione di partecipazioni societarie), non sussiste perché la pena che potrebbe subire sarebbe comunque al massimo di un anno. Al di sotto del minimo previsto.
“Il presidente federale ha cercato di giustificare l’ingiustificabile. La norma a cui si riferisce Abete è quella contenuta nell’articolo 29 dello statuto della FIGC che dice che non possono rivestire cariche federali se sono condannati con pena superiore a un anno. Il 22 bis invece si riferisce alle cariche sociali. Quindi Lotito non potrebbe più fare il consigliere federale in quanto dovrebbe decadere dalla carica di presidente della Lazio”.
E ora?
“La norma andrebbe solamente applicata. Nel caso del dottor Claudio Lotito è stato chiesto il parere legale e non il parere alla Corte di Giustizia Federale in sede consultiva come avrebbe dovuto essere. Mi sarebbe piaciuto sentire la Corte di Giustizia Federale in sede consultiva dire che, contrariamente a quanto è stato affermato dalla Suprema Corte di Cassazione nel 1997, non sussistono le condizioni per dichiarare la decadenza spiegandone i motivi, avrei cominciato a ridere”.
C’è una chiara disparità di trattamento nei confronti dei dirigenti di Serie A e le altre componenti del calcio?
“È molto facile essere forti con i deboli. È particolarmente difficile essere forti con i forti. Normalmente nei confronti dei forti ci si mette proni. Per cui la Nocerina e il suo presidente vengono radiati per un comportamento che è ascrivibile a loro solo in maniera parziale. Ma a chi importa della Nocerina e del suo presidente? Che peso politico ha all’interno della federazione il presidente della Nocerina? Zero. Ci sono altri presidenti che contano molto. I miei amici della Federsupporter quando hanno segnalato la circostanza di incompatibilità del dottor Claudio Lotito non hanno poi segnalato, giustamente perché la guerra contro i mulini a vento non si può fare, un’altra situazione poco chiara. Oggi (ieri, ndr) il Tribunale di sorveglianza di Milano si è pronunciato nei confronti del presidente onorario di una società di calcio. Quest’ultimo qualche giorno fa è stato interdetto ai sensi dell’articolo 27 del codice penale, sentenza definitiva. Lo stesso articolo 22 bis delle NOIF richiamato dalla Federsupporter dice che non possono ricoprire alcun tipo di cariche né essere azionisti di riferimento coloro che si siano resi responsabili di tutta una serie di reati e i soggetti interdetti. A qualcuno risulta che il presidente onorario del Milan sia stato dichiarato incompatibile con la carica sportiva che occupa? A me non risulta”.
Che idea si è fatto della lite tra De Laurentiis e il tifoso al termine di Parma-Napoli?
“Il sospetto che vengano usati due pesi e due misure è lecito. Se io uscendo dallo stadio Olimpico avessi messo le mani addosso a qualcuno avrei preso il Daspo. Non c’è ombra di dubbio. Ma questo dipende dal questore di Parma e non dalla FIGC. La federazione probabilmente tra 8/9 mesi deferirà alla disciplinare De Laurentiis, come già successo in altri casi con Mourinho nei confronti di un giornalista, e ci sarà una sanzione economica. Sono rimasto molto meravigliato dal comportamento del questore di Parma che non ha emesso alcun provvedimento amministrativo nei confronti di Aurelio De Laurentiis. Fossi stato io l’avrebbe emesso immediatamente”.
A proposito di disparità, come mai la Procura Federale si è sentita in dovere di segnalare la manata di Destro ad Astori?
“Perché l’episodio è stato trasmesso almeno sei volte durante la diretta della partita ed è stato oggetto delle trasmissioni pomeridiane e serali. Di fronte a questo la Procura Federale deve segnalare perché quello che si fà apparire conta più di quello che è. Anche se la norma dice che se l’episodio non sfugge all’arbitro non è passibile di prova televisiva, di fronte a chi me lo fà vedere in continuazione perché devo correre il rischio di sentirmi accusare di qualcosa? Cozza contro ogni logica ma da chi è rappresentata la Roma in ambito federale? Nessuno. Chi è l’unica società all’opposizione della Lega? La Roma. I proprietari della Roma sono soggetti che stanno all’estero e che non hanno alcuna influenza politica in federazione. Allora se devo dimostrare che le norme si applicano, e non solo nei confronti del presidente della Nocerina, si colpisce una società come la Roma”.
Sono quindi le televisioni a decidere?
“Quello che non appare non esiste. La gomitata di Conti a Pjanic qualcuno l’ha rivista? L’episodio Candreva-Torosidis si è più rivisto? L’episodio Chiellini- Mertens si è più rivisto? La Procura Federale si fà influenzare dall’opinione pubblica, è inevitabile”.
Il 17 aprile verrà discusso il ricorso della Roma. Secondo lei andrà a buon fine?
“Assolutamente no. La Roma ha perfettamente ragione. Il ricorso è fatto come deve esser fatto, cioè insistendo sulla inapplicabilità della prova televisiva. Possibilità di successo? Zero”.
Che fine ha fatto la discriminazione territoriale?
“A un’iniziale caccia alle streghe è seguito un freno del tipo “guardate che i cori li devono percepire tutti, devono essere cantati da un certo numero di persone, etc etc”. Questo è il paese dell’emergenza. I cori territoriali fanno arrabbiare qualcuno allora si chiudono le curve, poi ci si rende conto che senza tifo il calcio non può andare avanti allora si cerca una soluzione facile”.
E il supplemento d’indagine chiesto dal Giudice sportivo per i cori antisemiti dei tifosi bianconeri ascoltati durante Juventus-Fiorentina?
“È cambiato il vento. Prendono tempo, passato un mese la gente dimentica. Quando verrà archiviato in pieno agosto nessuno dirà niente”.