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IL ROMANISTA Benatia: «Rudi, firma: c’è bisogno di te. Con lui vinceremo»

Benatia
Benatia e Garcia

(D.Galli) – Esterno notte. Parigi. L’interno sono gli studi di “beIN Sports”, l’equivalente della nostra “Sky Sport”. La trasmissione è “Le Club du Dimanche”, il “Club della Domenica”. Condotta da Alexandre Ruiz, mesi fa aveva ospitato Rudi Garcia. Al suo posto siede stavolta Mehdi Benatia. I suoi interlocutori sono Papin e Fernandez, vecchie conoscenze del calcio a cavallo tra gli anni 80 e 90. JPP fu attore del Milan dei sogni, Fernandez giocò nella nazionale campione d’Europa ’84 e bronzo ai Mondiali messicani nell’86. Gente forte. Ruiz accoglie Benatia con un omaggio che è anche una sorprendente vetrina per “Il Romanista”: mostra alla Francia una copertina del nostro giornale. È del 15 marzo. “Mostriamo i muscoli”, è il titolo. La Roma veniva dallo schiaffo di Coppa col Napoli. Benatia guidò la reazione. Da leader. Da terzo nella linea di comando. Prima Totti, poi De Rossi. Poi Mehdi.

Ruiz: Benatia, è un grandissimo piacere averti qui perché sei un grande, un grandissimo difensore centrale d’Europa e uno dei rarissimi giocatori ad avere detronizzato sulla prima pagina de “Il Romanista” i famosi Totti e De Rossi che sono quasi sempre in copertina, mentre adesso in questa edizione de “Il Romanista c’è lei! Mehdi, quali sono i grandi giocatori che hanno lasciato il segno nella tua carriera, quelli che ti hanno ispirato?
Ho avuto la fortuna di frequentare Ribéry a Marsiglia dove c’era anche Drogba (erano insieme anche al Guingamp, ndr). Vedendoli lavorare ogni giorno – mi ricordo Didier che dopo l’allenamento restava a calciare le punizioni, avevo 16, 17 anni – ho preso coscienza che se anche uno come Drogba si comporta così, tu quando arrivi a fare il professionista vuoi fare come lui. E dunque rimani e lavori duro. Sono dei grandi giocatori. In Italia ho avuto come compagno Di Natale, uno che conta all’Udinese, e oggi ho Totti, che secondo me è una leggenda del calcio.

Ruiz: Ma quale è stato il giocatore che ti ho fatto sognare da piccolo?
Zidane, come per molti giocatori della mia età. Sono cresciuto con le prodezze di Zinedine Zidane. Per quanto riguarda i difensori, ho sempre apprezzato Maldini, una autorità in quel settore del campo. Penso che Jean-Pierre (Papin, ndr) potrà confermare. Come dicevo, questi sono grandi giocatori e quando sei con loro e vedi come si comportano giorno dopo giorno. Tutto ciò ti fa crescere e impari molto.

(si parla del gioco di Guardiola al Bayern Monaco) Luis Fernandez, ex centrocampista del Psg ed ex nazionale francese: «Anche Rudi Garcia ha una filosofia identica con molto possesso palla e molti passaggi, no?».
Esattamente. Facciamo un gioco corto, semplice. A volte guardo il Bayern, so che il nostro mister apprezza molto il loro gioco perché ce ne parla spesso. È raro vederli complicarsi la vita, giocano a viso aperto e quando li vedi pensi che sia molto facile quando sono giustamente quei gesti semplici che sono difficili da eseguire e noi, alla Roma, tentiamo di fare la stessa cosa. Non siamo ancora il Bayern ma cerchiamo di giocare veloce, palla a terra, e di far girare a vuoto l’avversario ed è vero che molti amici in Italia mi dicono che non è facile giocare contro di noi. Oggi è un piacere vederli giocare (il Bayern, ndr).

Ruiz: Come procede il recupero dall’infortunio?
Va molto meglio. Sono già trascorsi 20 giorni, spero di riprendere a lavorare con il gruppo la settimana prossima. Ora mi alleno a parte. (passano le immagini del gol di Pjanic e poi quello di Gervinho al Milan, ndr) Ruiz: Colpo grosso, 2-0 con un fenomenale Pjanic, niente male. È stata una grande partita. È stato un po’ difficile nel primo quarto d’ora ma poi abbiamo ingranato e dominato abbastanza la partita, ma il gol di Mire ha fatto la differenza. Abbiamo fatto una signora partita e anche se ci mancano giocatori molti importanti – avevamo molte assenze – la squadra gira sempre e questo è merito del mister, perché ha messo in piedi una squadra con una precisa identità di gioco. E anche senza giocatori importanti per noi come Strootman, Destro, Balzaretti, infortunati o assenti, la squadra vince, non prende gol ed è solida. Questo rispecchia la nostra stagione, una grossa stagione.

(Ruiz chiede agli “esperti” in studio se la Roma non assomigli un po’ all’Atletico Madrid di Simeone sul piano della filosofia di gioco) Papin: «Si sono dati anche loro due anni per tornare in Champions League – cosa adesso certa – hanno un progetto di gioco (la Roma, ndr) con giocatori che non solo lo sostengono ma con infinito più talento di quello che c’era al Lillle. Questo dimostra che Rudi Garcia è un grande allenatore».

Ruiz: Mehdi, raccontaci come sei approdato alla Roma. È stato un colpaccio da parte della società giallorossa. Ricordo ancora le parole di Sabatini, grande dirigente della Roma, quando ti sono andati a prendere… (nello studio scorrono delle immagini del ds della Roma)
Era fine stagione all’Udinese, tornavo da una lunga assenza per un infortunio agli adduttori, avevo voglia di andare altrove. Anche se stavo benissimo all’Udinese avevo voglia di vedere altro dopo tre anni passati lì. Il mio agente mi dice che la Roma è interessata, che bisogna aspettare la fine del campionato e poi andremo ad incontrarli. Disputata l’ultima partita, prima di partire per le ferie, ho incontrato il direttore Sabatini a Milano che mi ha detto: «Non ti voglio mentire, io faccio il mio mercato, ma sappi che voglio te per primo. Non cerco un difensore: cerco te». Mi ha convinto. Poi mi ha fatto: «Sono sicuro che se tu vieni vinceremo il campionato». Guardai il mio agente e risposi: «Direttore, mi farebbe molto piacere venire alla Roma ma penso che da solo avremmo delle difficoltà a vincere il campionato, no?» (Benatia ride, ndr). E Sabatini mi rispose: «No, no, dammi fiducia. Conosco molto bene i giocatori che sono lì e sono certo che se tu vieni faremo una grande stagione. Dammi la tua parola d’onore, di uomo, e lasciami fare». Gli risposi: «Certo, sì. Ho voglia di venire, di essere parte di un grande progetto». Poi la Roma è un club per cui ho sempre nutrito molte simpatie. Gli ho detto subito di sì. «Faccia quello che deve con l’Udinese – conclusi – e se trovate l’accordo per me non c’è problema per venire a Roma». Sabatini ha moltiplicato gli appuntamenti. Non è stata una trattativa facile perché l’Udinese non ti lascia facilmente, vendendo molto caro i propri giocatori. È una loro strategia, abbiamo comunque aspettato che fosse nominato l’allenatore per avere anche il suo ok. E arrivato Rudi Garcia…

Ruiz: E come è andata con Rudi?
Perché tu accetti la Roma ancor prima che ci sia Rudi? In Italia è diverso rispetto a qua. In Italia è il direttore sportivo che fa il mercato e l’allenatore lavora con quello che trova. E così si faceva anche alla Roma. Io avevo la certezza che se mi facevano venire da loro, sarei stato pagato e dunque non sarei venuto per guardare gli altri giocare: se fossi stato buono, avrei giocato. E io volevo solo quello: giocare. Volevo un grande progetto, un grande club con della concorrenza per essere costretto a progredire, migliorarmi ed è quello che ho trovato alla Roma. Poi, ovvio, quando ho saputo che ci sarebbe stato lui, Rudi Garcia, e considerando anche che avremmo parlato francese, mi son detto che avevo veramente fatto bene a scegliere la Roma. Conoscevo l’allenatore, non l’uomo, ma l’allenatore, vedevo il Lille… (Ruiz fa rivedere le immagini della sera in cui hanno ospitato Garcia)

Papin: «Rudi ha preso comunque giocatori che conosceva già, tipo Gervinho».
Io avevo la certezza che la Roma avrebbe cambiato allenatore per cui… E comunque alla peggio avrei potuto fare il primo anno cercando di convincere Garcia, perché sarebbe stato difficile per il nuovo allenatore dire a Sabatini “no, quello non lo voglio” ancor prima di iniziare. Poi è chiaro che oggi, se guardiamo i risultati ottenuti dal nostro allenatore, mi sembra anche normale che sia lui, adesso, che pesi nelle scelte. Mi auguro che Rudi firmi il prolungamento del contratto anche perché abbiamo bisogno di lui e la società lo sa bene. Forse delle cose cambieranno. Ma, come ha detto Papin, Rudi ha portato i suoi giocatori e i fatti gli danno ragione, per cui spero che sarà ascoltato nelle prossime settimane dalla società per il prossimo mercato.

Ruiz fa risentire a Benatia una parte dell’intervista di Garcia a “beIN Sports”. «Conoscevo un po’ Benatia (sono le parole di Garcia, ndr) perché proviene dal dipartimento 91 come me, non è solo un giocatore di grande talento e qualità ma è anche dotato di un senso dell’anticipo fenomenale, è eccellente di testa, è fisicamente forte, ma è anche un uomo di grande spessore e qualità, intelligente, riimportante flessivo e questo è importante per un allenatore perché ne fa un vero leader nello spogliatoio. Poi ha giocato tre anni all’Udinese, per cui parla un italiano perfetto. Speriamo che duri, ma siamo molto solidi sul piano difensivo ora». (Benatia applaude, ndr) Spero che non cambi idea, ho un grande rapporto con lui, si fida di me, cerco di restituire questa fiducia nel quotidiano (in studio mostrano la foto di Garcia che salta con Benatia e Taddei sotto la Curva dopo il derby, ndr). Abbiamo fatto una grande stagione ma Rudi ha dato moltissimo a questa squadra.

Ruiz: Come ci si comporta con i mostri sacri (viene inquadrato Totti, ndr). Non deve essere facile entrare nella famiglia dei Totti e dei De Rossi. Sinceramente, loro sono molto umili e non so se il nostro allenatore ve lo ha detto ma il nostro Capitano è una persona straordinaria. È come tutti noi, non fa il gradasso, ha 37 anni, si allena ogni giorno, non vuole mai perdere una seduta di allenamento. È un grande professionista, è attentissimo a cosa mangia. Per me sono questi giocatori gli esempi da seguire. Totti non è per caso a quel livello.

Ruiz: Totti è spiritoso?
Eccome! Dalla foto (viene mostrata quella della presentazione ufficiale della squadra, con Garcia al lato di Totti, ndr) ha la faccia di uno che sta per fare una battuta. Sì, lui cerca sempre di sdrammatizzare, ride sempre, mette tutti di ottimo umore. E De Rossi è lo stesso, fa parte di Trigoria, è un Campione del Mondo ma se lo vedi non sembra: è uno umile ed è importante avere questo tipo di giocatori.

Ruiz: Ma Rudi la consulta ogni tanto?
Abbiamo parlato molto (sorride, ndr) anche per via del suo debutto: non parlava la lingua e per forza di cose discutevamo molto. Succede che Rudi mi chieda come sia un avversario o come io la veda. Dopo 4 anni in Italia è normale che se me lo chiedano io dica cosa so, visto che conosco veramente bene la serie A. È veramente un grande allenatore con la fortuna di avere un super staff con Bompard o Fichaux, con cui lavorare è una favola. E noi speriamo tutti, come ha detto poco tempo fa anche De Rossi, che loro rimarranno perché noi come i tifosi siamo sicuri che con Rudi e il suo staff vinceremo qualcosa, se non quest’anno l’anno prossimo, perché la squadra è forte… molto, molto forte.

(Ruiz fa ascoltare Pjanic dopo il gol favoloso al Milan, ndr). Miralem: «Cosa dire su Mehdi? Innanzitutto che è il miglior difensore della Serie A. Sono felice di averlo qui, è un giocatore eccezionale, un grandissimo amico e tutto quello che gli succede se lo merita e gli auguro di continuare così. Lui sta bene a Roma e spero che resti». Ruiz: Secondo molti specialisti, tu sei il miglior difensore del pianeta.
Prima di tutto io voglio ringraziare Mire. Non si ha molto amici nel calcio ma dopo questi sette mesi è diventato un vero amico, un fratellino, è una persona che apprezzo moltissimo. Passiamo molto tempo insieme e ovviamente le sue frasi su di me fanno molto piacere. Spero di rimanere a lungo con lui e questo vorrebbe anche dire che lui resta alla Roma. Per cui me lo auguro.

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