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IL ROMANISTA Malagò: “Io, le Olimpiadi e la Roma”

Malagò
Malagò

(Il Romanista) – Con Giovanni Malagò, presidente del CONI, affrontiamo il tema del prossimo centenario del nostro Comitato Olimpico, ma è anche l’occasione per fare il punto sulle Olimpiadi a Roma, sugli stadi e, naturalmente sulla sua amatissima Roma, della quale è perdutamente innamorato.

«Il centenario – dice Malagò – è una ricorrenza dall’alto valore simbolico, un’occasione importante per celebrare le eccellenze del nostro movimento. Vogliamo onorare la storia dando centralità a chi ha contributo a scriverla, regalandoci emozioni e successi. Si tratta di un evento speciale, che inorgoglisce e ci permette di sottolineare l’importanza dello sport, non solo a livello agonistico ma anche sotto il profilo sociale, come straordinario strumento di benessere e di crescita collettiva: rappresenta una spinta propulsiva per il Paese. Sono previsti tre giorni di celebrazioni e di eventi, alla presenza dei massimi esponenti degli organismi internazionali». La conversazione con Malagò sui valori dello sport è stata chiesta da “Il Velino” al nostro direttore Carmine Fotia, e noi ne pubblichiamo alcuni passaggi: «Lo sport rappresenta un irrinunciabile strumento formativo, la chiave giusta per schiudere le porte di una crescita sana e corretta, capace di contrastare in modo energico le problematiche che minacciano gli equilibri sociali. E’ un’inestimabile opportunità per i giovani, perché non garantisce solo il benessere fisico ma è capace di favorire l’inclusione, l’aggregazione, il corretto sviluppo dei rapporti interpersonali. Dal giorno del mio insediamento alla guida del CONI, consapevole del momento di difficoltà generale attraversato dal nostro Paese, ho sempre indicato lo sport come elemento di traino per l’Italia. Credo che il concetto possa essere amplificato, il nostro mondo può fornire risposte forti e indicazioni importanti. Come parametro di civiltà ma anche in funzione dello sviluppo occupazionale, destinato a offrire certezze, dare profondità agli intenti di crescita. Io sto facendo, per la parte che mi concerne, tutto il lavoro di backstage, per così dire, che si può fare prima che sia formalizzata la candidatura. Le faccio un esempio restando in ambito sportivo: se un atleta vuole partecipare a una maratona che si terrà tra sei mesi, non può cominciare a prepararsi due settimane prima, deve cominciare adesso. Noi ci stiamo preparando anche se ancora non sappiamo se la gara ci sarà. San Francisco si è mostrata molto attiva, come Berlino e Parigi, che vorrebbe celebrare così il centenario delle Olimpiadi del 1924. Per candidare una città a ospitare i giochi olimpici ad agosto del 2015 serviranno due firme: quella del sindaco e l’avallo del presidente del consiglio. Con il sindaco non ci sono problemi e con Letta non ce ne sono stati, ma non ne vedo neppure con Renzi, e con il sottosegretario Delrio che ha la delega per lo sport ci intendiamo benissimo. Il punto è un altro: in teoria il sindaco potrebbe cambiare idea, e nessuno può essere sicuro che il premier sarà lo stesso tra un anno. Per questo sono prudente, ma al tempo stesso faccio tutto quello che il mio mondo deve fare per non farsi trovare impreparato». I costi di un’operazione del genere in questo momento potrebbero essere un ostacolo, visto che si parla di 40/60 milioni di euro e Malagò non si nasconde il problema: «Potremmo farcela – dice – con la metà. Il prossimo 9 giugno in occasione delle celebrazioni per il centenario presenteremo il nuovo marchio del CONI che ha lo scopo di lanciare il nostro Comitato Olimpico sul mercato, con l’apertura di negozi e per attrarre finanziamenti privati. Occorrerà imprimere una novità nel carattere della candidatura di Roma: non più gigantismo, ma attenta divisione dei finanziamenti, tra investimenti per impianti sportivi relativi alle Olimpiadi e investimenti infrastrutturali, che restano alla città per decenni. I passi ulteriori saranno: la costituzione di un Comitato per la candidatura, che avrà al suo interno le facce pulite e conosciute dello sport nazionale; la costruzione delle necessarie alleanze all’interno del Comitato Olimpico Internazionale; la ricerca di risorse finanziarie private. Inoltre abbiamo un percorso di avvicinamento al 2024 con la candidatura dell’Olimpico tra gli stadi che ospiteranno gli europei di calcio del 2020 che si svolgeranno in varie capitali e quella di San Siro per la finale di Champions del 2016».

Malagò a questo punto parla dei nuovi progetti della Roma, sua squadra del cuore, e del nuovo stadio. E dice: «Il progetto della Roma è bellissimo, sarà uno stadio mozzafiato. Ora, grazie alla nuova legge sugli impianti le amministrazioni devono rispondere entro un termine certo, altrimenti scatta la regola del silenzio-assenso, e questo era un passaggio indispensabile per far partire i progetti che stanno andando avanti anche a Udine, Parma e Napoli. C’è grande fervore ma restiamo con i piedi per terra. Molto dipende dalla risposta delle amministrazioni comunali. Sono in ballo numeri impressionanti. E la stagione attuale della Roma è fantastica. Dispiace solo che questo grande allenatore e questo grande gruppo non riesca a vincere nulla in quest’annata straordinaria. Ma questo è il calcio, vuol dire che sarà di preparazione alla prossima stagione, sapendo che già oggi c’è molto da festeggiare per il campionato che abbiamo fatto».

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