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IL ROMANISTA Taddei: “Ho rivisto il derby”

Taddei

(V. Meta) L’uomo dei recuperi. L’ultima volta cheRodrigo Taddei aveva scritto il suo nome in un tabellino alla voce marcatori, mancavano quattro giorni al Natale del 2011 e la Serie A giocava in un estemporaneo turno infrasettimanale la prima giornata di campionato, saltata il 28 agosto per lo sciopero indetto dall’Assocalciatori.

Doveva essere la prima di Luis Enrique, fu poco più di una parentesi buona a non farsi andare il panettone di traverso: 2-0 al Dall’Ara, Taddei gioca dal primo minuto nel ruolo che l’ex allenatore del Barcellona B ha scelto per lui, quello di terzino sinistro. Da quel mercoledì a questo nella Roma sono successe tante cose: sono cambiati quattro allenatori e una dozzina di giocatori, ci sono state contestazioni e record di vittorie consecutive a inizio campionato, sono passati un’estate di rabbia e un autunno di passione. Rodrigo Taddei, invece, è rimasto sempre lì. «Mi davano del vecchio? Penso che a 34 anni non ho nulla da dimostrare a nessuno. Il mister ha potuto conoscermi come calciatore e come uomo. Ho dimostrato a me stesso che ho ancora voglia di giocare e divertirmi. Oggi (ieri, ndr) sono stato anche fortunato e premiato con un gol. C’era la mia famiglia allo stadio e sono particolarmente felice. Il mio futuro? Mi piacerebbe fosse ancora nella Roma, ma non so se sarà così. Salutarsi fa parte della vita, la Roma mi ha dato tanto ma adesso penso a quello che ancora posso darle io».

Aveva bisogno di un mercoledì per riprendersi un gol che avrebbe meritato a prescindere per quello che ha fatto (e ancora di più, per come l’ha fatto) dall’infortunio di Strootman a questa parte, quando si è ritrovato da secondo cambio a titolare per la contemporanea assenza di De Rossi. C’è chi sul contratto gioca a braccio di ferro e chi sa che tra due mesi sarà tempo di addii. E allora, ancora una volta, manda avanti il cuore. Come a Madrid, veniva da dire a qualcuno. Come nel derby delle undici vittorie. Un colpo di testa e la mano che cerca il cuore, vuole prenderlo in mano per sentirlo battere in stereofonia con i quarantamila che ha fatto improvvisamente saltare in gola. È andato a mettere il suo cuore sotto la Curva Sud, Rodrigo Taddei. In fondo da otto anni il suo posto è quello. «Appena ho visto la palla in rete, mi è venuto in mente il gol nel derby delle undici vittorie. L’esultanza mi faceva piacere, andare sotto ai miei tifosi che mi hanno sostenuto per tutti questi anni, era importante andare da loro». Con Garcia ha esordito in Coppa Italia contro la Samp, ma la sua fiducia non è mai venuta meno: «Sono contentissimo per lui – ha detto il tecnico -, si allena da inizio stagione, è come un giovane di 20 anni. E’ sempre positivo, sono contento del gol, lo merita. Non è solo un giocatore tecnico, ma corre tanto e aiuta la squadra, recupera palloni importanti». E adesso? «Adesso pensiamo a Cagliari, no? – sorride Taddei -. Stasera tutti a casa e domani (oggi, ndr) di nuovo in campo perché ci aspetta una trasferta difficile. Il compleanno di Pjanic lo festeggeremo la prossima settimana». Sarà un recupero anche quello.

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