(L. Pelosi) – Capitano della Juventus colpevole di somministrazione illecita di farmaci e quindi di frode sportiva (reato andato in prescrizione), condannato per omessa denuncia dalla giustizia sportiva dopo essersi visto respingere perfino il patteggiamento (ma poi il Tnas portò la squalifica più o meno a quel livello – 4 mesi, lui voleva patteggiare a 3), leccese purosangue che finisce ad allenare il Bari, Antonio Conte accusa Garcia di essere un «provinciale». Ha detto così, usando lo stesso aggettivo che il suo dirigente Beppe Marotta aveva usato nei confronti del Napoli, in ossequio allo “stile Juventus” che quest’anno ha visto la società esprimersi sul suo account ufficiale di Twitter scrivendo “buona la Fiorentina a pranzo” e lo stesso Conte dire a Benitez che «è meglio mettere le mani davanti che dopo dietro, perché dopo fa male». Cosa ci sia di provinciale nel dichiarare che ci sono squadre che devono salvarsi e che contro la Juve non hanno schierato la formazione migliore, non si sa. E scavando nelle dichiarazioni di Conte, si parte proprio dalla provincia. Da Arezzo, dove il tecnico, appena retrocesso, nel2007dichiaròdiavere «rispettoper i tifosi della Juve, ma poco per la squadra. Sembrava che i cattivi fossero fuori e che adesso ci fosse un calcio pulito, infatti siamo contenti tutti, evviva questo calcio pulito». Chissà se si ricorda di questa frase il suo calciatore Padoin, che quel giorno segnò al 90’ il gol che regalò allo Spezia i playout e condannò alla retrocessione l’Arezzo, scatenando l’ira del suo allenatore. L’Arezzo retrocesse a causa dei 6 punti di penalizzazione che gli vennero inflitti per Calciopoli, vicenda che peraltro – ironia della sorte- consentì al Siena 2005-06, retrocesso”sul campo”, di salvarsi.
Il vice allenatore del Siena 2005-06 era Antonio Conte, che forse in quei giorni non sapeva bene se maledire o benedire Calciopoli. Adesso, sicuramente, labenedice, visto che pochi mesi fa ha ridotto la Juve di Capello a «due anni di non gioco e scudetti revocati». I tifosi juventini dicono che è stato male interpretato. Cosa ci fosse da interpretare, non si sa. NonsoloPadoin, comunque. Chissàseilsuo calciatore Giovinco ricorda di quando, il 16 febbraio 2012, il suo attuale allenatore lo accusò di aver simulato al termine di Parma-Juventus. «Penso che si abbia paura di dare rigori alla Juventus – tuonò Conte – l’aria che si respira è che se non si fischia per la Juve non si sbaglia, se si sbaglia a sfavore della Juve non succede niente». Lamentela provinciale o metropolitana? Non si sa. Proprio col Parma, nel settembre del 2011, era cominciata la sua avventura da allenatore bianconero. Partita vinta 4-1. Eppure, Conte si presentò così: «Spero che gli arbitri entrino in forma presto, perché oggi ho visto cose che non mi sono piaciute». Capito? Alla prima giornata. A fine campionato, in particolare nella sera del gol annullato a Muntari, erano sicuramente entrati in forma. D’altronde era Milan-Juventus, non c’erano mica «provinciali» di mezzo. In provincia iniziò la carriera in A di Conte. A Bergamo. E anche lì, come in quel Juve- Parma del 2011, si presentò in maniera niente male: esordio il 24 settembre 2009, Atalanta- Catania 0-0, espulso per proteste. Un mese e mezzo dopo, commentando la sconfitta con la Fiorentina, disse: «Ci sono stati episodi che non mi sono piaciuti e ritengo che la squadra necessiti di maggior rispetto da parte degli arbitri ». Poi chiese acquisti. Poi mandarono via lui. Ricordando sempre che un caposaldo bianconero è quello in base al quale lamentarsi degli arbitri è da perdenti, vittimisti, piagnoni, e aggettivi simili, vale la pena ricordare anche Conte dichiarare il 5 febbraio 2012 dopo il pareggiocolSienache «èstranochein21partite la Juve abbia avuto solo un rigore a favore e tre contro», inveire contro l’arbitro Guida il 26 gennaio 2013 per un rigore non concesso ai bianconeri al termine di Juve-Genoa 1-1 («Vergona è il minimo che possa dire. Pure un cieco avrebbe visto che era rigore. Guida mi ha detto che non se l’è sentita»). Si potrebbe continuare. Fermiamoci a Galatasaray-Juventus di Champions League, alla colpa della sconfitta data al campo innevato e al «This is not football» urlato all’arbitro. Quando pensa di aver subito un torto, Conte tira fuori anche l’inglese. Un po’ meno l’italiano. «Tutti con le teste basse, non è che ci sono alze» ha detto commentando l’atteggiamento dei giocatori della Roma dopo il gol di Peluso in Coppa Italia. Alze? Ieri, niente di nuovo. Ha detto che contro la Juventus fanno tutti la partita della vita. L’ultima volta l’aveva detto il 13 aprile. Quindi dopo Juve-Livorno e prima di Udinese-Juve.