(A. Serafini) – Il verdetto era nell’aria, ma la doccia fredda è arrivata lo stesso. La Corte di Giustizia Federale ha respinto il ricorso presentato dalla Roma contro le tre giornate di squalifica inflitte a Mattia Destro in seguito alla manata rifilata ad Astori durante la gara col Cagliari del 6 aprile scorso.
Un duro colpo per il club e per il giocatore, rimasti aggrappati negli ultimi giorni alla determinazione nel combattere una sentenza che ora potrebbe aprire un pericoloso precedente. Il campionato dei due pesi e due misure, insomma, si chiuderà come iniziato.
Il dg Baldissoni accompagnato dall’avvocato Conte sono arrivati negli uffici della Corte di Giustizia Federale intorno alle 13.30, aspettando il turno dell’udienza, durata circa 30 minuti. Al termine dell’incontro, dopo aver consegnato un corposo dossier a sostegno della linea difensiva, il direttore generale ha preferito non commentare eventuali ipotesi, lasciando un breve commento al legale Antonio Conte che cura gli interessi romanisti: «Puntiamo all’annullamento totale della squalifica, anche perché in caso contrario questo episodio farà comunque giurisprudenza». Detto, fatto. L’organo di appello della Federcalcio ha respinto il ricorso mantenendo la sanzione già applicata in primo grado dal Giudice Sportivo Tosel, che ha allegato agli atti della Corte Federale lo scambio di mail avanzato con l’arbitro Massa, in cui il direttore di gara ammetteva (parlando anche a nome dei suoi collaboratori) di aver visto soltanto la prima trattenuta di Destro (sanzionata con la punizione, ma non la successiva manata finita sotto la lente della prova tv.
Una posizione che inevitabilmente non ha lasciato spazio all’ipotesi di un ribaltamento della sanzione basata sulla condotta violenta, punibile da regolamento con una pena minima di 3 giornate. La linea sottile tra l’applicazione della prova tv e il concetto di moviola è stato quindi pericolosamente infranto ieri, senza tener conto della discrezionalità con cui le emittenti televisive sottolineano certi episodi e altri no.
Un nuovo fronte in cui la Roma si è trovata ancora una volta coinvolta: dopo la questione «chiusura curve» per discriminazione territoriale, in questa occasione il club giallorosso non potrà proseguire ulteriormente la battaglia legale. Come accaduto già con De Rossi (squalificato per 3 giornate per il colpo rifilato all’interista Icardi) non è prevista la possibilità di un nuovo ricorso, considerando poi che le motivazioni dalla Corte di Giustizia verranno depositate (e quindi rese pubbliche) più in là. A Trigoria le velate speranze custodite in settimana si sono trasformate in una cocente arrabbiatura. «Siamo sconcertati dalla deriva della giustizia sportiva, così si apre il fronte per l’introduzione della moviola» aveva commentato Baldissoni a caldo dopo la squalifica. Un pensiero che ovviamente resta immutato. E a Trigoria stanno pensando di prendersi la briga di segnalare di volta in volta episodi teoricamente sanzionabili in tutte le partite. Della Roma e non solo.
Destro, d’intesa la dirigenza, ha preferito non partecipare all’incontro rimanendo nel quartier generale giallorosso per l’allenamento: certificata la squalifica, il giocatore non ha nascosto il rammarico per un episodio di gioco, giudicato violento dalle istituzioni sportive. La tesi del ragazzo continua ad essere quella di uno scontro fortuito, sicuramente falloso, ma non intenzionale verso Astori, che tra l’altro è anche un suo amico.
Fermato nel momento magico (13 gol in 18 presenze), ora il numero 22 dovrà inoltre sottoporsi al giudizio «etico» del ct azzurro Prandelli, che lo ha già escluso dallo stage della Nazionale a Coverciano: potrebbe recuperarlo a maggio. Intanto Destro tornerà disponibile per la penultima giornata di campionato contro la Juventus, con la speranza che il tempo che gli è stato tolto non influirà sulla convocazione Mondiale. Dopo il danno, arriverebbe anche la beffa.