(L. Moggi) – L’ultima giornata dimostra quanto anticipato più volte: tra Juve e Napoli non ci possono essere 17 punti, come recita la classifica, in controtendenza con la qualità delle due squadre. Il campionato è mediocre, l’esempio calzante è la Roma che con il solo cambio del mister (e ovviamente di marcia) è giustamente seconda nonostante un attacco non proprio all’altezza: ma è sua la difesa più forte: 15 gol subiti, 50 un anno fa.
Più volte avevamo accennato che nel calcio la moviola in campo anziché essere un progresso potrebbe diventare una complicanza: lo ribadisce il caso Rizzoli in Sassuolo-Roma. D’obbligo la premessa che alla fine è sempre l’arbitro a dare il verdetto finale: se infatti Rizzoli avesse consultato le immagini dando poi il giudizio sbagliato, apriti cielo. Meglio allora parlare con il collaboratore di linea (come in effetti ha fatto) che si dovrebbe trovare nella posizione ottimale per giudicare. Non come Peruzzo, che scambia un leggero tocco con la mano per uno sgambetto. Un plauso dunque a Rizzoli che, non avendo ritenuto convincente Peruzzo, le ha provate di tutte, ivi compreso sentire Sansone,il giocatore che ha subito il fallo,perpoi prendere la giusta decisione. Senza la moviola.
Il Napoli surclassa una Juve stanca di testa e gambe e meno male che in campo c’era un Buffon da spettacolo. Giusto evidenziare la superiorità tecnica ed agonistica dei campani, così come va applaudita la decisione di Benitez, magari sofferta, nel sostituire Hamsik con Mertens. Ha capito che Higuain, Callejon, Mertens ed Hamsik assieme non possono giocare perché ciò va a discapito del centrocampo (che domenica ha ben protetto la difesa, rimasta imbattuta). Importante poi la posizione strategica di Insigne e la sua predisposizione a tale ruolo, che ha fatto vacillare spesso la difesa juventina: Caceres lo sta ancora cercando, da lui sono partite le azioni più importanti. De Laurentiis nel dopo partita sprizza euforia, anche se questa vittoria non gli cambia la vita: se il fine è raggiungere la Roma al secondo posto è giusto il tentativo ma quasi nulla la speranza.
C’è chi gode vincendo una gara come se avesse vinto il campionato e chi, perdendola, si incavola perché punta ai record dopo aver blindato lo scudetto. Questo è il segreto del gap tra Napoli e Juve: chi si accontenta di poco e chi non si accontenta. Alla lunga vince sempre il secondo. Vince il Milan contro il Chievo, una partita facilitata da un gol iniziale di Balotelli, viziato daun fuorigioco attivo di Zaccardo e quindi da annullare, e più ancora dalla condotta degli avversari, che evidentemente avevano stabilito che i punti salvezza erano da ricercare altrove. I rossoneri sono però sembrati più convinti, è cresciuta l’autosti – madopo la vittoria di Firenze. Bene Kakà, meglio del solito Balotelli, male Seedorf quando ai microfoni di Sky, nel dopo gara, tiene a precisare che i casini del Milan non li ha creati lui.