Nuovo appuntamento per la rubrica di GazzettaGiallorossa.it, che si sofferma su quanto fatto nel corso dei 90 minuti di gioco, sottolineando positivamente e non, le migliori azioni e giocate messe in scena sul rettangolo verde.
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La felicità di Bastos, l’abbraccio con Maicon: un gruppo compatto. Anche il laterale ex Lione, finora oggetto misterioso con la maglia giallorossa, timbra per la prima volta il cartellino nella massima serie calcistica italiana: gol numero 4000 per la Roma in Serie A. Lo 0-2 al termine di un contropiede innescato dalla caparbietà di Rodrigo Taddei, sigilla la vittoria della Roma in quel di Reggio Emilia e apre una festa collettiva davanti alla panchina a base di “pizze in testa” di Spallettiana memoria. I brasiliani sono pronti a sommergerlo di affetto, con Sisenando mattatore visto che glielo aveva predetto, seguito da tutti gli altri a mo di cappotto, a testimonianza di una comunione di intenti e di una solidità che costituisce la miglior forza su cui fare affidamento. Quei bravi ragazzi…
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Nainggolan uomo ovunque. Suo il grande merito che porta al vantaggio romanista firmato dal solito Mattia Destro alla sua decima marcatura in stagione. Il centrocampista ex Cagliari è bravissimo nel pressare sul nascere l’azione di ripartenza degli emiliani sradicando il pallone dai piedi di Missiroli sul limite dell’area di rigore della squadra di casa, e lestissimo nell’innescare immediatamente il bomber ascolano implacabile nel battere l’estremo difensore di casa Pegolo con un leggere tocco sotto. Astuzia.
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701 sono tanta roba. Nella settimana che ricorda il suo 21esimo anno nella massima serie dall’esordio sul campo Mario Rigamonti di Brescia della stagione 1992-1993, Francesco Totti, entra nella parte finale del match contro gli emiliani chiamato dal tecnico Garcia per congelare i minuti finali con il suo consueto possesso palla e non tradisce le aspettativa mantenendo in continua apprensione la retroguardia di casa, consegnando anche a Bastos, la palla del definitivo 2-0. Quarta vittoria consecutiva e sigillo su quella che fino ad ora è la migliore stagione della Roma nella sua storia in Serie A : 70 punti dopo 30 gare disputate. Aggettivi e commenti per descriverlo, ormai, non ce ne sono più. La forza dei Titani.
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Gervinho appannato. La freccia ivoriana si mostra sotto tono e fisicamente logorato dalla lunga stagione nostrana ormai agli sgoccioli. Contro i nero-verdi emiliani, nonostante il tanto spazio a disposizione, non riesce a saltare gli avversari come al solito, perdendo diversi uno contro uno (inedito). Se ne accorge anche il “Padrino” Rudi Garcia che lo dispensa dai 10 minuti finali anche in previsione del match di recupero infrasettimanale contro il Parma. La stanchezza non fa sconti, nemmeno ai mezzofondisti africani. Acido lattico.
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6′ di recupero. Sarebbero stati molto più legittimi se assegnati nel corso della prima frazione di gioco vista l’interruzione prolungata causata dalla sceneggiata sansoniana sotto descritta. La ripresa infatti porta poco spettacolo e frammentazioni di gioco quasi nulle: vengono giustificati a precisa domanda posta da Rudi Garcia con 6 cambi (3′) e 3 barelle (chi l’ha viste?). Ve saluta Bastos!
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Sceneggiata napoletana. Incredibile quanto accade al minuto 35 della prima frazione: su suggerimento (sbagliato) da parte dell’addizionale di porta Peruzzo l’arbitro Rizzoli concede rigore a favore dei neroverdi. Peccato però che il presunto fallo tra Benatia e Sansone sia causato da una netta simulazione da parte dell’attaccante cresciuto nelle giovanili del Bayern Monaco, piuttosto che da una trattenuta o un tocco con il piede del centrale franco marocchino: capace nell’intervista post primo tempo di spiegare in maniera chiara e concisa quanto accaduto sul rettangolo verde. Ne conseguono 5′ di chiacchiere inutili tra il direttore di gara e il suo assistente tra le polemiche dei padroni di casa per un’ingiustizia più presunta che tale, e le proteste romaniste per una possibile, ennesima, beffa arbitrale. Per fortuna giallorossa, Rizzoli non cade nel tranello e sotto suggerimento dello stesso Sansone (“Benatia mi ha toccato, ma sono scivolato”), torna sui suoi passi ponendo fino alla kermesse teatrale. Il figlio di Pulcinella.
A cura di Papi&Piccinini