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PALLA AL CENTRO PER RUDI I più e i meno della sfida contro l’Atalanta

palla al centro per rudi
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Nuovo appuntamento per la rubrica di GazzettaGiallorossa.it, che si sofferma su quanto fatto nel corso dei 90 minuti di gioco, sottolineando positivamente e non, le migliori azioni e giocate messe in scena sul rettangolo verde.

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Totti e De Rossi. La forza di uno la classe dell’altro. I due simboli della squadra guidata da Garcia entrano di diritto nel meglio di quanto andato in scena sul rettangolo verde dello stadio Olimpico per la gara contro la Dea. Il primo fornisce assist in quantità industriale illuminando la fase offensiva giallorossa, il secondo, non sbaglia un colpo in chiave difensiva consegnando anche a Ljajic il passaggio che vale il ritorno al gol dopo un lungo digiuno. Non contento impreziosisce la sua prestazione con una scivolata prorompente (marchio di fabbrica), a chiudere una delle poche sortite offensive ospiti orchestrata dal solito Denis. Monumenti. 

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Dodò inedito. Il terzino brasiliano torna a calcare il prato dell’Olimpico dopo parecchia panchina e un brutto infortunio muscolare alle spalle. Quasi inspiegabilmente sfodera una prestazione di alto profilo con accelerazioni brucianti sulla sinistra e diversi cross al bacio pennellati dalla linea di fondo. Il preoccuparsi della fase difensiva non lo limita nella spinta, rendendolo un fattore del match (caparbio nell’azione del primo gol, perfetto nell’assist a Gervinho nel finale). Senza il ritmo partita nelle gambe sembra andare quasi meglio… Misteri della fede.

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Ljajic torna al gol. Pace fatta fra il talento serbo della Roma e la curva Sud. L’eterno offensivo viene infatti accompagnato da applausi scroscianti nel momento del cambio a margine di una prestazione finalmente vicina, ma non ancora uguale alla sua fama. L’ex Viola mette in mostra una buona prestazione e un egregio stato di forma ritornando al gol dopo uno stop forzato di molti mesi: causa che aveva incrinato i rapporti con la tifoseria romanista. Trova nel finale di gara anche l’assist per la rete numero tre firmata da Gervinho con un gran destro di collo pieno. Continuità…ci vuole continuità. 

Migliaccio rovina la festa. E’ il centrale di centrocampo bergamasco a rovinare la serata romanista con l’unica rete da parte degli ospiti: gol della bandiera. Già protagonista della famosa scenata con carro armato il giorno della presentazione della squadra neroazzurra, l’ex Palermo trova il gol con un perentorio stacco di testa sul povero Maicon impossibilitato nel contrastare in elevazione il forte centrale. Tredicesimo gol stagionale subito nei secondi tempi; per fortuna la marcatura non impatta minimamente sull’economia della partita. Vecchi difetti.  

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Se la Juve fosse a meno due… La Roma ha raggiunto un livello di consapevolezza propria di una grande squadra. Contro gli orobici la gestione del possesso palla e la decisione nell’affondare in avanti, hanno confermato i progressi della macchina costruita da Rudi Garcia. Nel vedere di contro una compagine bianconera stanca e incerottata, che potrebbe perdere qualche punto qua e là nonostante un calendario abbordabile, aumentano i rimpianti per ciò che poteva essere e non sarà. Con una differenza risibile e lo scontro diretto a favore a questo punto si farebbero altri discorsi. Mancano sempre all’appello gli errori Rizzoli, Damato, Banti e Preti. Grazie di tutto, W Sky…

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Gervinho sbaglia. Incredibile quanto comico l’errore sotto porta dell’attaccate ivoriano che fallisce in maniera piuttosto marchiana il più facile dei gol per la sua doppietta personale. Ben imbeccato da un cross di Dodò dalla sinistra l’esterno impatta malamente il pallone senza centrare il bersaglio grosso a pochi passi dalla porta difesa da Consigli. Per la serie questo lo segnavo anche io. 

A cura di Papi&Piccinini

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