Clara Lafuente, figlia del progettista che ideò l’Ippodromo di Tor Di Valle, che nei prossimi anni farà spazio al nuovo stadio della Roma, ha parlato dello sviluppo futuro dei lavori: “Non rifate l’errore del Velodromo, non abbattete quell’impianto storico, capolavoro di mio padre Julio. Il nuovo stadio di Dan Meis che si ispira al Colosseo è stato previsto nelle aree in gran parte verdi in cui si estende l’Ippodromo di Tor di Valle. E’ una scelta legittima che non sto qui a discutere. Però nessuno ha speso una parola sulle strepitose tribune dell’Ippodromo e la loro avveniristica copertura che allora fecero scuola, la più grande paraboloide iperbolicà del mondo.
Ora, da quello che si riesce a capire del nuovo progetto, quelle tribune risultano cancellate, il loro destino sono macerie rase al suolo. Ma forse non le hanno nemmeno viste o capite, perché sono camuffate sotto uno stato di pesante degrado e manomissioni successive, eppure ancora perfettamente in piedi, potenti ed eleganti. Sono un segno architettonico oggetto di tesi di dottorato, un’opera di altissima ingegneria sottoposta a un vincolo comunale e inserita nella nella Carta delle Qualità del nuovo piano regolatore di Roma come complesso specialistico di rilevante interesse urbano. E ora io dico: non buttatele giù, piuttosto recuperatele per utilizzarle come tribune del secondo campo di calcio per gli allenamenti della squadra progettato nella nuova cittadella.
Quella costruzione ha un suo valore storico e architettonico innegabile, e in questo caso potrebbe essere riutilizzata esattamente per lo stesso fine per il quale venne costruita. Perché dunque cancellarla? Invito i progettisti del nuovo stadio a rifletterci. Al di là degli affetti familiari e vista solo da un punto di vista cantieristico, avete idea di quanto comunque verrebbe a costare la demolizione e lo smaltimento dei detriti di un impianto del genere invece di recuperarlo? Spero che si facciano due conti prima di muovere le ruspe“.
Fonte: Repubblica.it