(M.Pinci) – Del ricorso alla Corte di Giustizia Federale si parlerà soltanto giovedì 17 aprile, quando Mattia Destro avrà già scontato la squalifica dovuta per la somma di ammonizioni. Eppure il caso dell’attaccante giallorosso continua a infiammare gli uffici federali, i forum televisivi, l’umore della Roma e dei suoi tifosi. Le tre giornate di squalifica disposte dal giudice Tosel applicando la prova televisiva è già stata impugnata dalla Roma. Ma chi dà per scontato il trionfo in appello ha troppa fretta: decisiva, in quest’ottica, sarà la seconda mail inviata dall’arbitro Massa al giudice sportivo.
CASO DESTRO, SI VA VERSO LA CONFERMA DELLA PENA – Il precedente a cui la Roma, i suoi avvocati pensavano di potersi aggrappare per sovvertire il giudizio su Destro, è stato sbriciolato dal comunicato stesso del giudice sportivo. In pochi, forse, a caldo gli avevano dato il giusto peso. Ma la seconda mail di precisazione inviata dall’arbitro Massa al giudice sportivo Tosel cancella probabilmente ogni possibilità alla Roma di vedere riconosciuta l’inapplicabilità della prova tv. Si legge infatti nella missiva delle 16.50, che segue quella più generica delle 11.21: “Ho fischiato punizione per il Cagliari per una trattenuta, normale fallo di gioco, di Destro su Astori. La successiva manata non è stata vista”. Quello che era mancato, invece, nel caso del difensore del Chievo Frey, quando l’arbitro si era limitato a scrivere di non aver visto l’episodio. In quel caso, la Corte di Giustizia, ricontattato l’arbitro, non aveva avuto una spiegazione precisa, definita e puntuale come la seconda inviata da Massa. Che, nello spirito della norma, secondo cui la prova dei filmati televisivi è ammessa (Art. 35 comma 1.3 del Codice di giustizia sportiva) “limitatamente ai fatti di condotta violenta o gravemente antisportiva, non visti dall’arbitro, che di conseguenza non ha potuto prendere decisioni al riguardo”. La partita, anche davanti alla corte presieduta dal giudice Mastrandrea si giocherà venerdì 17 proprio sull’interpretazione di quel “non ha potuto prendere decisioni al riguardo”. Ma la Roma, per conservare qualche speranza di successo, francamente ridotta oggi, punta anche sul fatto che manchi il presupposto della condotta violenta.
Fonte: Repubblica.it