(M. Pinci) – Nessuno sa se le provocazioni della vigilia ai rivali fossero ispirate da vera convinzione o servissero solo a tenere alta la motivazione dei suoi. Certo che, in attesa di Juventus-Livorno, Garcia ha raggiunto l’obbiettivo di mettere pressione a Conte, ora lontano 5 punti soltanto: e la Roma, blindato il secondo posto (con altre due vittorie sarà matematico) adesso torna a crederci davvero. Parola d’ordine: remontée.
GARCIA BATTE LA ROMA TRICOLORE – Come Capello, anzi meglio. Che la Roma sia tornata a essere una vera candidata al titolo, lo dice soprattutto il confronto con la migliore stagione di sempre della squadra giallorossa: era il 2000-2001, Totti, Montella e Batistuta campioni d’Italia con 75 punti in 34 gare, 2,20 a gara, la migliore media punti della storia del club. Beh, Rudi Garcia è già riuscito a fare meglio: in 32 gare, due in meno rispetto al tricolore di 13 anni fa, ha già messo insieme 76 punti, uno in più, a una media di 2,37 punti a match. L’altra storia, quella di un campionato folle che vede le due di testa correre a ritmi insostenibili, dice che battere ogni record della propria storia potrebbe non bastare all’undici romanista per vincere il campionato. Eppure l’allenatore francese vuole provarci fino alla fine: in fondo, la differenza tra Roma e Juventus, in attesa del match dei bianconeri contro il Livorno, l’ha fatta lo scontro diretto. A Torino vinse la Juve, fosse finita al contrario, ora i giallorossi aspetterebbero il match di lunedì sera di Tevez e compagni da soli in vetta, con un punto di vantaggio. Quel match, stravinto da Conte, l’unica sostanziale differenza tra i due club: dal giorno dello scontro diretto a Torino, infatti, Roma e Juventus hanno marciato esattamente allo stesso ritmo: 2 pareggi, un ko e 12 vittorie (la Juve 11, ma con una gara in meno).
DESTRO, UN GOL OGNI 85 MINUTI – Ma cosa ha trasformato la Roma inabissata a 14 punti dalla Juve in una serissima candidata alla rimonta? Intanto l’addio all’abulia sotto rete che aveva caratterizzato il mese di campionato tra il derby (9 febbraio) e Napoli (9 marzo), scandito da 4 gol appena in 5 gare: oggi l’attacco romanista a quota 65 reti ha segnato 6 volte più del Napoli e solo 2 meno della Juventus. Merito, anche, dell’unico fattore che mancava alla splendida squadra capace di vincere le prime 10 gare di campionato: un vero bomber. Oggi l’ha trovato in Mattia Destro: 7 gol nelle ultime 6 partite, una media reti stagionale da un gol ogni 85 minuti. Prima segnavano tutti, era la Roma dei 5 cannonieri, tanti centrocampisti goleador ma poche certezze davanti, dove senza Totti calava il buio e battere le “piccole” arroccate nella propria area diventava ogni domenica più difficile. Ora, quando si fa dura, segna Mattia: 7 degli ultimi 16 li ha firmati lui.
4 ASSENZE CON L’ATALANTA – Eppure, sulla strada per sperare, Garcia ha nuovi ostacoli decisamente imprevisti. L’incognita verso Roma-Atalanta di sabato sera sono le assenze: Destro resterà a guardare, squalificato (e in attesa di capire se il giudice sportivo riterrà necessaria la prova tv per la manata a Astori), come Pjanic e Florenzi, anche loro out. Mancherà verosimilmente Benatia, uscito dal Sant’Elia quasi trascinato da Totti per un risentimento muscolare alla coscia. Dovrebbe rientrare Totti, ma certo sostituire 4 uomini per l’allenatore non sarà semplicissimo: Toloi in difesa, Taddei a centrocampo, Ljajic in attacco. A pensarci bene, anche con tante assenze, la Roma che insegue la Juve non è poi così male.