Intervistato nel ritiro della nazionale bosniaca, il centrocampista della Roma Miralem Pjanic ha commentato brevemente la sua scelta di restare a Roma con il prolungamento del contratto. Queste le sue parole:
“Da quando sono arrivato a Roma c’è stato sempre un fattore che mi ha sorpreso. Non conoscevo l’ambiente, il rapporto con i tifosi. Ogni giorno ho scoperto cose nuove e anche oggi penso di aver fatto la scelta giusta: è sempre stata una scelta tecnica, c’era Luis Enrique in panchina e la società che mi voleva assolutamente. Ho sentito questa fiducia e oggi mi trovo veramente benissimo. Ho prolungato il contratto perché c’è un progetto davvero grande e con questo gruppo possiamo puntare davvero in alto”.
Il primo Mondiale per la Bosnia. Cosa significa per voi?
“La Bosnia ha avuto momenti difficili e la gente ha avuto poco da sorridere, penso che noi gli abbiamo ridato il sorriso e per noi è molto importante. La Bosnia non ha mai giocato un Mondiale o un Europeo: siamo molto felici per noi e il paese. Per quello dico che al Mondiale daremo molta gioia in più”.
Quando hai visto la gente a Sarajevo nell’ultima gara di qualificazione cosa hai pensato?
“Era straordinario, avevamo giocato in Lituania e siamo arrivati qua verso le 2 di notte. C’era gente all’aeroporto e in città ancora di più. Un momento di grande gioia, ero contentissimo: ho realizzato il sogno di fare il mondiale e portarci il paese è stato incredibile. Spero che nei prossimi anni potrò rappresentare bene il mio paese”.
La guerra?
“Ci raccontiamo quello che è successo negli anni difficili. Come Dzeko che era qui: era difficilissimo per loro. Sono andato via presto dalla Bosnia, sono cresciuto fuori. Ho avuto la fortuna di non stare qua durante la guerra. E’ stato un momento difficile per il mio paese e spero che non succederà più”.
I tuoi genitori?
“Sono andati via da qui senza niente e hanno provato a costruire da zero. Mio padre andava al lavoro e a giocare a calcio. Quando ero piccolo io seguivo mio padre agli allenamenti e così ho iniziato ad essere nel calcio e nel mondo del calcio. Seguivo le partite e così mi sono iscritto in questa squadra e da quando ho 5 anni ho solo pensato al pallone”.
Quando sei tornato qui?
“Dopo la guerra, da nonno e nonna: c’erano sempre gli americani che passavano per le strade e facevano sicurezza nel paese. Questi sono ricordi che non dimenticherò mai, la guerra era gia finita. Ogni volta che li vedevo passare ci salutavamo. Un paese toccato dalla guerra che ha vissuto cose incredibili: bambini che hanno vissuto cose bruttissime. Grazie ai miei genitori ora va tutto bene per me”.
Le etnie religiose?
“Non c’è nessun problema. L’ex Jugoslavia era un paese potente, oggi il nostro paese avanza e proviamo a dimenticare quello che è successo. Nello sport c’è un grande esempio: tutto quello non esiste piu. Noi stiamo tutti bene insieme e queste cose non devono più arrivare”.
Sei praticante?
“Non totalmente. Il Ramadan è duro farlo, c’è chi lo fa. Io provo a fare il massimo, tutta la mia famiglia è musulmana”.
La Bosnia al Mondiale
“Siamo l’unico Paese che fa il Mondiale per la prima volta: abbiamo una bella squadra e nelle ultime qualificazioni siamo prima usciti col Portogallo, però miglioriamo sempre. Adesso era la volta buona e ci siamo qualificati. Puntiamo al secondo posto nel gruppo: l’Argentina è la favorita nel girone ma noi non lasceremo nulla agli altri e proveremo anche con l’Argentina di fare una bella gara. L’obiettivo sono gli ottavi”.
Le favorite?
“Il Brasile che gioca in squadra ma anche la Spagna. L’Italia può fare una sorpresa, anche l’Uruguay vedo bene. Penso che il favorito però è il Brasile”.
Fonte: Sky Sport