(R. Frignani) All’Olimpico per domani pomeriggio era atteso il tutto esaurito. Ma così non sarà. L’anticipo della partita alle 17.45 rispetto all’orario originario (20.45) per motivi di sicurezza dopo i gravi fatti di sabato scorso, il fatto che lo scudetto sia ormai stato vinto dalla Juventus e i timori che possa accadere ancora qualcosa hanno spinto molti a disertare l’appuntamento. La conferma è arrivata ieri in Prefettura durante la riunione operativa fra le forze dell’ordine per mettere a punto il piano di sicurezza: c’è paura e i tifosi preferiscono non rischiare. Basta il numero del personale impiegato per l’ordine pubblico – circa 2.500 uomini, compresi rinforzi da fuori Roma – per dare un’idea dell’attenzione su Roma-Juve. Sottotono invece, secondo indiscrezioni della vigilia, la tribuna d’onore, con pochi vip e qualche attore. Controlli intensificati ai parcheggi di scambio – ma anche ai caselli autostradali – e ai tornelli dello stadio.
Ma la mente di tutti resta alla sparatoria a Tor di Quinto, all’ultrà giallorosso Daniele De Santis, arrestato per tentato omicidio, ai tre tifosi napoletani feriti a colpi di pistola. Lunedì prossimo sono stati disposti gli esami da parte della procura sulla Benelli 7.65 con matricola abrasa con la quale, secondo l’accusa, «Gastone» De Santis avrebbe aperto il fuoco – solo lui – contro gli ultrà azzurri durante la rissa fra due gruppi di tifosi: si spera di poter individuare impronte digitali (gli inquirenti sono sicuri che a maneggiare l’arma sia stato soltanto il romanista) per ricostruire nei dettagli l’intera vicenda. Anche perché negli interrogatori di ieri dei tre testimoni presenti sabato pomeriggio alla discoteca Ciak – che hanno raccontato di aver soccorso De Santis, pestato dai napoletani, e di aver recuperato la Benelli scarica – uno di loro, Donata Baglivo, ha confermato di aver cercato di allontanare i napoletani innaffiandoli con un tubo dell’acqua: improbabile che gli schizzi abbiano potuto cancellare le tracce di polvere da sparo e le impronte, ma non viene escluso che possa averli invece alterati, visto che lo stub su «Gastone» è negativo.
E mentre prosegue la caccia al commando romanista che avrebbe spalleggiato De Santis e dei 50 napoletani che, due volte, hanno assalito i giallorossi prima e dopo gli spari, Alessandra Leardi, la madre del ferito più grave, Ciro Esposito, è andata al Santo Spirito per visitare un altro tifoso napoletano colpito da un proiettile a un braccio, Carmine Fioretti. «Da mio figlio – ha raccontato – sono venuti tifosi di tutte le squadre, non solo del Napoli, ma anche del Catania, della Lazio e dei ragazzi di Ancona. C’era anche un ragazzo romano e romanista: ci ha portato una lettera che ha scritto per Ciro». E per rasserenare gli animi e riportare le famiglie allo stadio ieri è stato firmato un protocollo fra Regione e Fondazione Gabriele Sandri per «contrastare ogni forma di violenza in ambito sportivo e diffondere sul territorio, soprattutto fra i bambini e i più giovani, la cultura della legalità», con striscioni fatti dai ragazzi da esporre all’Olimpico e altri impianti e un sito internet dedicato.