(L. Valdiserri) – Rudi Garcia aveva iniziato la stagione, a Riscone di Brunico, con una frase che aveva fatto molto rumore contro chi contestava i «suoi» giocatori, in particolar modo Osvaldo: «Chi fa così non è un tifoso della Roma, perché la Roma non si discute, si ama. Al massimo è un tifoso della Lazio».
I suoi vice, Claude Fichaux e Fred Bompard, chiudono il campionato con un concetto altrettanto forte, legato al sentimento che dovrebbe unire sempre e comunque i tifosi e la loro squadra. Chiedono loro del silenzio della curva nella partita contro la con la Juve, l’ultima della stagione all’Olimpico, e queste sono le risposte. Fichaux: «Mi sembrava di essere in chiesa. Lo stadio era molto silenzioso, ma, dopo qualche minuto, mi sembra che le tribune e i distinti abbiano preso le cose in mano. Eravamo concentrati sulla gara, non potevamo guardare le tribune durante la partita». Bompard: «In questa stagione abbiamo sempre avuto il dodicesimo uomo. Anche fuori casa, grazie ai nostri tifosi, abbiamo giocato in dodici. Però sono rimasto molto triste per i giocatori, che meritavano di essere festeggiati in un’altra maniera. Rispetto i tifosi che hanno fatto scioperato, ma non era il momento giusto. Abbiamo bisogno di tutti per vincere le partite».
Rudi Garcia ha lasciato la ribalta al suo staff. In conferenza stampa, questa volta, ha fatto l’uditore. Hanno parlato Bompard, Fichuax e il preparatore dei portieri Guido Nanni. E non ci sono state solamente risposte «con la lingua di legno», come ama dire Garcia. Per esempio Bompard, il più spigliato, ha dato la linea per il prossimo mercato:«L’esperienza francese di Rudi con la Champions? Non si possono paragonare Lille e Roma. E poi, quando abbiamo vinto il campionato, l’anno dopo non avevamo più la stessa squadra. Questo è l’errore che non dobbiamo fare». Chiaro il riferimento a Benatia e agli altri migliori.
Per i portieri garantisce Nanni: «Secondo me siamo a posto. Skorupski ha confermato quanto di buono ha fatto vedere in allenamento. Per De Sanctis parla la sua storia. Ma anche Lobont, che magari non si vede ma ha un peso nello spogliatoio: è una persona sempre positiva e ha aiutato tanto Skorupski». Da Bompard arriva l’amarcord: «Quando Rudi è andato ad allenare il Le Mans (2007; ndr) io sono rimasto a Digione. A metà stagione il presidente cambiò l’allenatore, così anch’io mi sono ritrovato a guidare la squadra per una partita. Era una trasferta ad Angers, eravamo in treno e stavamo giocando a carte. Alla fermata di Le Mans, Rudi è salito con noi». Da Fichaux arriva il futuro: «Ho avuto la fortuna di avere Rudi come allenatore al Saint- Etienne. Siamo rimasti in contatto per 10 anni. Quando ha avuto la possibilità di darmi un incarico nel suo staff, mi ha chiamato. E’ una persona fedele. E siamo a Roma per restarci a lungo».