(C.Zucchelli) Ci sono giocatori per cui le risposte alla «decide il mister, sono a disposizione» sono una scuola di vita, e ci sono giocatori che non hanno paura di dire le cose come stanno. Morgan De Sanctis è uno che, in ogni squadra in cui è stato, non ha mai avuto paura di dire verità scomode. E la giornata di ieri, che lo ha visto protagonista con Garcia e Florenzi al convegno «Agonismo e vita quotidiana: la sfida delle piccole vittorie», non fa eccezione. Parla, e parla tanto, il portiere della Roma. Ma mai a sproposito, soprattutto quando deve – e vuole – commentare quello che è successo nella finale di Coppa Italia: «Dobbiamo buttare fuori tutti gli stupidi dagli stadi, ci sono delle leggi da applicare, strade da seguire. Questo compito è delle società e delle istituzioni. Vedere Hamsik andare a parlare sotto la curva del Napoli non è stato un bellissimo messaggio. Pertanto mi chiedo: istituzioni, dove siete? Se ci siete battete un colpo. Proclami e promesse ci sono, ciclicamente, ma poi purtroppo non seguono i fatti».
PROBLEMI D’ITALIA Ha avuto a che fare con la tifoseria del Napoli, oggi con quella della Roma, due delle più calde (pregi e difetti inclusi) d’Italia, e quindi sa che i problemi «non sono solo napoletani o romani: sono italiani. Fino a tre anni fa la discriminazione territoriale non c’era ed era collegabile soltanto agli sfottò. Posso dire – aggiunge De Sanctis – che tutto deve rientrare nell’ordine della civiltà, a Napoli ho conosciuto persone civili, poi per fare il salto di qualità bisogna capire dove si può migliorare. Le istituzioni devono lanciare i primi messaggi positivi».
OPERAZIONE IN DUBBIO Se la situazione italiana lo preoccupa, le condizioni del suo braccio lo fanno stare più sereno: «Ho un problema al gomito che non mi ha impedito di giocare 36 partite, allenarmi e avere un’attività regolare. Sto facendo delle valutazioni, ma non ci sono allarmi». Potrebbe operarsi oppure optare per una terapia (i fattori di crescita), comunque a Genova non ci sarà. Al suo posto Skorupski: «Ha un talento smisurato, la società ci crede e mette a tacere tutte quelle voci secondo le quali era alla ricerca di un portiere giovane e forte. Ce l’abbiamo già in casa».
«DUBBI SUL CODICE ETICO» Chi a Genova ci sarà sicuramente è Alessandro Florenzi (ieri agli iInternazionali insieme a Totti e a Zanzi): la mancata convocazione di Prandelli lo ha deluso, ma non è tipo da fare drammi: «Reagisco con ambizione. Avevo questo sogno nel cassetto, a questo punto spero di fare i prossimi due Mondiali». Di Nazionale hanno parlato anche De Sanctis e Garcia. Argomento, il codice etico di Prandelli: «Il codice ha spesso creato un polverone, che ha riguardato anche De Rossi e Destro. Non sono d’accordo sul fatto che debba essere gestito pubblicamente, non è necessario, si possono creare equivoci. La gestione pubblica può risultare alquanto complicata», le parole del portiere. Garcia invece, ha preferito glissare: «Il codice? È una bella sfida per Prandelli». Meglio non interferire.