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GAZZETTA DELLO SPORT De Rossi: “Io e quel bonaccione di Mario”

Daniele De Rossi
Daniele De Rossi

(M. Cecchini) – Quando si arriva a essere dei modelli di riferimento, forse è il segno che nel proprio campo qualcosa è stato fatto. Nell’universo della palla che rotola, Daniele De Rossi lo è diventato, per questo Cesare Prandelli nei giorni scorsi – parlando a tutti gli azzurri – è stato chiaro: “Giocheremo con Daniele pronto a scivolare in mezzo ai centrali difensivi, proprio come fa nella Roma”. Probabilmente una soddisfazione per un giocatore che – al netto della caduta nella rete del codice etico prandelliano – in giallorosso ha vissuto una stagione di pieno riscatto. Quanto basta per affilare le unghie (vedrete perché) in attesa di un Mondiale che sta già cominciando a incendiare il cuore, come l’azzurro racconta a una Cnn curiosa di scoprire il pianeta calcio in vista di Brasile 2014.

De Rossi, come ci si sente quando sta per cominciare un Mondiale?

«Sempre un po’ tesi. Non è mai la stessa cosa. Noi azzurri siamo soliti fare una battuta: diciamo che inizia il campionato dei mangiatori di unghie, perché siamo tutti un po’ nervosi, ti sale l’adrenalina, sai che il mondo ti sta guardando».

Lei che l’ha vissuto, che cosa si prova a vincere una Coppa del Mondo?

“È incredibile, una sensazione che non puoi capire finché non la provi. E poi negli anni non svanisce mai. Io poi ho pure avuto la fortuna di assaporarla da giovane”.

Sognava da bambino di diventare campione del mondo?

“È talmente tanto grande come sogno, che non ci pensi. Sogni al massimo di partecipare, figurarsi di vincere”.

Qual è stata la differenza tra voi e le avversarie nel 2006?

“La forza del gruppo, la forza mentale. Il Mondiale arrivò poco dopo lo scandalo di Calciopoli, eravamo scossi e anche un po’ imbarazzati, a prescindere dai giocatori che erano stati in qualche modo toccati. Eppure tutto questo ci ha rafforzato e unito. E comunque a livello calcistico eravamo pieni di giocatori forti, con un allenatore forte”.

Ora si va in Brasile: chi arriverà in finale? Alla fine sarà una questione tra squadre blasonate?

“Penso di sì, non credo che in semifinale incontreremo nazionali differenti da Brasile, Germania, Argentina o Spagna”.

Che cosa pensa di Balotelli?

“Spesso mi fanno questa domanda. Andrebbe conosciuto per giudicarlo, e io lo conosco. Anche per colpa sua non passa sotto traccia, ma lui è un buono. Ho conosciuto tanti giocatori egoisti, lui invece è un bonaccione”.

Quali saranno i talenti di questo Mondiale?

“Sono quei sei-sette di classe eccelsa, penso a Messi e Neymar, però ci saranno rivelazioni come sempre. Comunque giocatori come Pirlo, Ozil e Iniesta tireranno fuori quel qualcosa in più che loro posseggono”.

Qual è l’avversario più forte che ha incontrato?

“Iniesta e Xavi. Ai Mondiali non ho mai giocato contro Messi e neanche contro Cristiano Ronaldo: magari avrò occasione quest’anno di affrontare questi mostri”.

Qual è stato il momento più emozionante dei tuoi Mondiali?

“Io ho avuto la fortuna di tirare un rigore in finale e poi abbiamo alzato la Coppa dopo dieci minuti. Tutti i momenti che mi vengono in mente sono legati a quella serata”.

E il sorriso con cui si accomiata racconta la voglia che il cielo di Rio de Janeiro assomigli a quello di Berlino 2006. Sacrificare le unghia, in fondo, non sarebbe poi un prezzo troppo alto.

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