(A. Catapano) – A due settimane dalla sparatoria di Tor di Quinto su Daniele De Santis è calato il silenzio. Gastone, come era conosciuto dalla Digos, o Danielino, come lo chiamavano in curva, resta piantonato nell’infermeria di Regina Coeli (in attesa che martedì il Riesame si pronunci) con l’accusa di tentato omicidio e non cambia di una virgola la sua versione dei fatti, raccontata al gip Giacomo Ebner: «Io mi ricordo solo di aver preso un sacco di botte da tanti napoletani — ha fatto mettere a verbale nel corso dell’interrogatorio —. E proprio perché sono stato pestato, non mi posso ricordare pure se avessi con me una pistola».
Tattiche In sostanza, De Santis non ha smentito né confermato di aver usato la Benelli 7.65 con matricola abrasa ritrovata sulla scena del crimine. Una tattica, secondo la Procura, per riservarsi la possibilità, in un momento successivo, di ammettere di aver sparato per legittima difesa. Con questa chiave i pm Albamonte e Di Maio leggono pure la richiesta di incidente probatorio presentata dai difensori Michele D’Urso e Tommaso Politi per «congelare» l’esame dello stub, risultato solo parzialmente positivo.Anche i pm hanno richiesto l’incidente probatorio della testimonianza di Raffaele Puzone, che inchioda De Santis (non l’unica, ma la più completa): la Procura considera Puzone il destinatario dello striscione («Napoletano infame») apparso domenica in curva Sud e intende «congelarne» la ricostruzione prima che il teste subisca troppe pressioni. Le perizie, che i pm sperano di poter avere la prossima settimana, dovranno stabilire pure quante persone hanno maneggiato la pistola, se De Santis sia stato ferito alla testa dalla sua stessa arma, se indossasse dei guanti e a chi appartenga il coltello ritrovato sul luogo della sparatoria. Secondo i legali di De Santis, con quel coltello (del tipo solitamente usato negli stadi) il loro assistito sarebbe stato puncicato al fianco e alla gamba, oltre ad aver riportato un trauma cranico, la frattura del setto nasale, lesioni alle vertebre e una tibia spezzata.
Visita Dinamiche che non riguardano Ciro Esposito. Lui, a quel punto, era già a terra, ferito al torace. I suoi legali, Angelo e Sergio Pisani e Damiano De Rosa, stanno cercando di ricostruire l’esatta traiettoria del proiettile che lo ha colpito. Il 29enne di Scampia resta in prognosi riservata nel centro di Rianimazione del Gemelli, dove ha ricevuto la visita del sindaco Luigi De Magistris, che al suo ritorno a Napoli gli ha promesso una grande festa. Le condizioni di Ciro continuano a migliorare molto lentamente. Ieri, per dire, non è stato in grado di riconoscere nemmeno i suoi genitori.