(F. Grimaldi) Chi, se non lui, per restituire il sorriso al Genoa, senza vittoria dal 26 marzo scorso? Fetfa il dribblomane, l’elemento tatticamente più anarchico del gruppo di Gasperson, che ha fatto soffrire non poco il tecnico per dargli regole sul campo.
Entra contro la Roma e interrompe il lungo sonno, un’ora abbondante di partita noiosa. Salviamo la stagione da protagonista assoluta della Roma, ma il terzo k.o. di fila conferma che da Catania in poi il sacro fuoco dei giallorossi si è placato. Comprimari In tribuna tre possibili investitori cinesi per il Genoa, in campo invece s’è capito una volta di più cosa voglia dire giocare senza obiettivi di classifica, né posizioni da scalare. Una partita anestetizzata, imbottita di comprimari e fiaccata dal caldo, dove i grandi sono rimasti in tribuna (Gilardino), a lungo in panchina (Totti) o addirittura a casa (De Rossi e Gervinho).
La Roma ha recitato a soggetto, ma contro un Genoa blindatissimo i tentativi ospiti hanno avuto poca fortuna, anche grazie a un Perin attento. La miglior occasione rossoblù prima del gol è stata sventata da Skorupski nel primo tempo su un colpo di testa di Marchese. Poi ci ha pensato Fetfatzidis: su un affondo di Konate, Nainggolan ha commesso l’unico errore della gara. Unica nota stonata, lo striscione pro Speziale dei genoani. Al peggio non c’è mai fine.