(A. Pugliese) – Il bello, a conti fatti, è che quegli 11 punti in più in classifica che valgono lo scudetto sono arrivati con una differenza di soli 4 gol. Già, perché nella «Grande bellezza» della sfida di domenica pomeriggio c’è anche la sfida tra il miglior attacco del campionato (la Juventus con 76 reti, appena 4 più della Roma, ferma a 72) e la miglior difesa del torneo (i giallorossi, appunto, che dopo il brutto scivolone di Catania hanno però raggiunto i bianconeri a quota 23 gol subiti). E tra le mille facce della supersfida dell’Olimpico, ci sarà anche questa: Totti che cercherà di fare ancora gol all’amico Buffon e Tevez che proverà a prendersi gioco di Castan, in un derby tutto sudamericano.
Facce decisive Il bello di questa sfida, però, forse è un aspetto ancora più sottile. La difesa della Roma si è retta tutta la stagione su due perni, Benatia e Castan, definiti da Garcia come «la cerniera ideale». Una coppia considerata lenta e male assortita ad inizio stagione e che invece ha smentito tutti, dimostrandosi uno dei punti di forza dei giallorossi. L’attacco della Juventus ha trovato invece in Tevez (19 sigilli) e Lllorente (15 reti) due bocche da fuoco e due magnifici terminali che, in modo diverso, hanno portato Conte in paradiso. In tutto il 44,7% dei gol bianconeri, un’infinità, considerando anche le difficoltà iniziali dell’asturiano e la cortina di dubbi che ha accompagnato l’Apache al suo sbarco in Italia. Eppure, nessuno di questi 4 gioielli andrà al Mondiale. Benatia e Castan sicuramente (con loro neanche Strootman, da ieri a Roma per assistere alla gara), Tevez e Llorente quasi.
Già a casa Benatia al Mondiale non ci è arrivato sul campo, fallendo l’appuntamento con il suo Marocco, eliminato a sorpresa nel girone iniziale della Coppa d’Africa (a favore di Capo Verde). Mehdi, poi, nei mesi passati è stato molto duro con la sua federazione, arrivando anche a minacciare l’addio alla nazionale se non ci fosse stata un’inversione di tendenza nella gestione. Ora, con l’arrivo di Badou Ezzaki sulla panchina africana, le cose possono cambiare. Non è cambiato niente, invece, per Castan, che dopo essere sbarcato in nazionale con Menezes, da quando c’è Scolari non è stato più preso in considerazione. «Leo è un giocatore di valore internazionale, merita di andare al Mondiale» ha detto pochi giorni fa Garcia. Scolari non l’ha ascoltato, forte anche di un quartetto di centrali come Dante, David Luiz, Thiago Silva ed Henrique. A conti fatti, Leo è il grande escluso, insieme a Miranda (Atletico Madrid).
Quasi a casa Se Benatia e Castan sono già a casa, Tevez e Llorente hanno poche chance di esserci. Sabato a Buenos Aires ci sarà un’altra marcia (forse l’ultima) per provare a convincere il c.t. Sabella a portare Tevez. Gli hashtag su twitter imperversano, #tevezalmundial e #sabellatevezesargentino quelli più in voga. «il Mondiale? Mi preparo per vincere il Fuerte Apache Open Golf, è diverso», ha scritto Carlitos su twitter, dopo che nei mesi scorsi aveva fatto sapere di avere pronti per lui e famiglia i biglietti per Disneyland. E Llorente? Del Bosque a breve scioglierà gli ultimi dubbi, ma lì davanti ci sono Torres, Diego Costa, Villa e Soldado. Insomma, un affollamento che non fa ben sperare. E che, a conti fatti, toglie un po’ di sapore mondiale anche alla sfida di domenica.