Le lacrime di Cerci. La gioia di Cassano. La festa dello Juventus Stadium. Le tre sconfitte finali della Roma. Istantanee di un campionato in cui sono stati riscritti tanti record nella Serie A dalla cifra tecnica più bassa dell’ultimo decennio. Tra i trionfi della Juve e l’amarezza delle retrocesse, una delle foto più belle dell’ultima giornata è sicuramente quella dei quattro argentini dell’Inter che vanno a salutare i propri tifosi accorsi al Bentegodi di Verona. Javier Zanetti, Walter Samuel, Esteban Cambiasso e Diego Milito. Quattro eroi che nell’ultimo decennio (per Zanetti quasi un ventennio) hanno scritto la storia dei nerazzurri, vincendo tutto il possibile. Il capitano diventerà dirigente dopo 615 presenze nel nostro campionato. E’ secondo solo a Paolo Maldini. Gli altri tre cercheranno un contratto, l’ultimo della loro magnifica carriera (Samuel sarebbe vicino alla Fiorentina, Milito e Cambiasso potrebbero tornare in Argentina). Addii o arrivederci, lo sapremo nei prossimi tre mesi.
Giornata di addii, arrivederci e tanti saluti. Le porte del Purgatorio della B si sono spalancate per Bologna, Catania e Livorno, ma non per i loro pezzi migliori che potrebbero rimanere in A: da Barrientos a Bergessio passando per Lodi, da Konè a Christodolopoulos fino a Paulinho, parecchi meritano (con tutto il rispetto) un palcoscenico più importante della Serie B. Altri due capitani rischiano di aver letto i titoli di coda delle loro storie: parliamo di Sergio Pellissier (86 gol in 345 partite in A con il Chievo) e Stefano Mauri. Per quest’ultimo squilla spesso il telefono, chiamate in entrata da Stati Uniti e Canada.
Reja potrebbe dover iniziare la prossima stagione senza la “coppia centrale più forte d’Italia” (parole del tecnico pochi giorni dopo il ritorno sulla panchina laziale al posto di Petkovic): Biava e Dias sono in scadenza di contratto e Lotito non sembra intenzionato ai rinnovi. Il centrale italiano, 37 anni, potrebbe tornare a Bergamo, un ritorno a casa vista la sua nascita a Seriate, provincia bergamasca. Il brasiliano, due anni più giovane, ha qualche offerta dal Brasile. Aria di rivoluzione in casa Lazio, ma anche sulla sponda rossonera di Milano. La situazione dirigenziale, e di conseguenza tecnica, non è ancora chiara ma sbattendo la porta ha salutato Marco Amelia: troverà una sistemazione in A e il suo posto potrebbe essere preso proprio da Federico Marchetti, che ha salutato i biancocelesti al termine di una stagione piena di infortuni con annessa perdita dei Mondiali. Rimanendo in tema portieri dirà addio all’Inter anche Luca Castellazzi (39 anni e una più che onesta carriera tra Brescia e Samp), seguito dal 40enne Pavarini, al quale Donadoni ieri ha concesso la passarella d’onore nei minuti finali. A Napoli c’è un vero e proprio dilemma: Benitez vorrebbe sicuramente confermare il suo fidato Pepe Reina mentre De Laurentiis vorrebbe lanciare definitivamente il giovane brasiliano Rafael. Chissà se lo spagnolo dopo il Mondiale saluterà Napoli con uno dei suoi famigerati tweet.
Tutte da monitorare le situazioni di tre ex romanisti: appare davvero difficile il rinnovo per Rodrigo Taddei con i giallorossi, ma il brasiliano potrebbe trovare posto a Firenze dall’ex compagno Montella. Da definire il futuro sia per Nico Burdisso (possibile conferma nel Genoa) e Mirko Vucinic, che verrà ceduto sicuramente dalla Juventus dopo due Scudetti da protagonista e un terzo in una stagione piena di problemi fisici. I bianconeri faticheranno a trovare acquirenti. Di sicuro il Verona proverà a tenersi stretto Luca Toni, 20 gol e 37 anni lunedì prossimo (129 reti in A). Sei mesi in meno per Totò Di Natale, che 37 li festeggerà a novembre. Ha chiuso la stagione con una tripletta alla Samp arrivando a 193 gol in A. Dopo le “minacce” di ritiro dei mesi scorsi, per il suo compleanno cercherà di regalarsi almeno i 200 gol, per raggiungere Baggio a 205 ci sarà tempo fino a maggio. Quel giovanotto con la 10 della Roma però non riuscirà a raggiungerlo. Francesco Totti si è guadagnato la Champions League e l’anno prossimo vuole giocarla. Toni, Di Natale e Totti ma anche Buffon, Pirlo e Gilardino. I “vecchietti” terribili del nostro calcio non hanno finito di stupire.
Daniele Luciani