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IL MESSAGGERO Chiellini punito, anzi no

Gomitata Chiellini
Gomitata Chiellini

(U.Trani)- Tutto previsto: stop and go. Giorgio Chiellini squalificato e convocato. Il difensore bianconero, da regolamento, ha avuto la giusta punizione: 3 giornate per la gomitata a Pjanic. Utilizzando la prova tv, visto che l’arbitro Russo ha ammesso, con due email, di non aver visto la scorrettezza. Fermato lo juventino, ventiquattrore dopo la gara con la Roma, con la sanzione minima che il giudice sportivo Tosel, come ricordano bene a Trigoria, ha già riservato in questo torneo ad altri due azzurri: De Rossi, pugno a Icardi nella partita contro l’Inter sempre all’Olimpico, e Destro, manata ad Astori nella sfida contro il Cagliari al Sant’Elia. La moviola tv, come l’ha ribattezzata Garcia, vale davvero per tutti. Il codice etico, invece, è ad personam. Perché Prandelli, a differenza di quanto fatto con i due giallorossi, in giornata inserirà Chiellini nella lista dei 30 preconvocati della Nazionale da inviare alla Fifa.

CONTRADDIZIONE EVIDENTE – «Sono io a giudicare quello che è successo. I giocatori sanno che cosa non voglio vedere in campo: gesti violenti, simulazioni e sceneggiate. Ma sono io a valutare». Anche recentemente il ct azzurro ha spiegato come affronta la questione del codice etico. L’ultima volta il 15 aprile, alla conclusione dello stage per i test fisici, quando avvertì i convocati che sarebbe stato inflessibile: «Chi sbaglia, non viene al mondiale». Ultimatum scaturito dai colloqui con gli arbitri italiani che dirigono match internazionali: i nostri calciatori sono nella lista nera, nessuno si comporta peggio di loro in campo. Ma Prandelli, analizzando le immagini di Roma-Juventus, ha perdonato Chiellini per la gomitata a Pjanic che tra l’altro è uscito dal campo con una ferita al labbro: «Ho visto e rivisto l’azione: per me non è un gesto violento». Anche per l’arbitro Russo lo juventino ha solo «creato ostacolo con il corpo». Di qui la prova tv, per l’ammissione dell’arbitro, nella seconda email in cui ha precisato di «non aver visto il contatto tra il gomito sinistro di Chiellini e il volto di Pjanic». Il giudice sportivo Tosel, sempre più notaio, ha applicato la sanzione con la prova tv. E soprattutto specificando di aver rilevato «gli estremi della condotta violenta». Quella che non c’è stata per Prandelli. Che insiste: «Massimo rispetto per la giustizia sportiva. Ma sono due canali diversi, come ho sempre detto. Per me l’azione non rientra in una gestualità violenta, non ha alzato il braccio per fare male. Io sono responsabile dei nostri comportamenti e quindi Chiellini sarà tra i trenta preconvocati. Sono quattro anni che ci sono polemiche sul codice etico. Se, però, vogliamo tornare all’origine, nessuno ha fatto polemiche quando in Inghilterra diedero due giornate a Balotelli e io lo convocai ugualmente. Ero presente a Manchester, avevo visto l’azione e anche in quel caso non la reputai violenta».

IMBARAZZO IN FIGC – Balotelli perdonato in passato, come Chiellini oggi.Quando il giocatore fa comodo, eccolo convocato. In effetti De Rossi ha perso solo l’amichevole contro la Spagna e Destro lo stage di metà aprile. In passato, però, altri sono rimasti a casa. Osvaldo, per non aver presenziato alla premiazione della finale di Coppa Italia il 26 maggio 2013, non partecipò alla Confederations Cup. Lui e De Rossi sono, con Balotelli, quelli puniti più volte. «Vedrete che nessuno sbaglierà da qui alla fine del campionato». Prandelli il 15 aprile lasciò Coverciano con questa certezza. Cancellata dal colpo inutile, in una partita senza significato, di Chiellini. Tradito dal titolare che non è difendibile. Lo sanno bene in via Allegri che non condividono la scelta del ct. O meglio. Tutti devono essere trattati allo stesso modo (ne sa qualcosa Criscito, lasciato a casa prima dell’Europeo, senza poi essere coinvolto in Scommessopoli). Anche se poi tre partite (quelle della prima fase) o magari di più (se l’Italia andrà avanti nel mondiale) sarebbero punizione esagerata per il difensore. In Brasile sì, lasciando fuori al debutto. E’ una soluzione più che un’ipotesi.

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