(V.Errante) Per il gip Giacomo Ebner, come per la procura di Roma, è stato Daniele De Santis a sparare, a fare fuoco «ad altezza d’uomo», rischiando di uccidere Ciro Esposito. Rimane in carcere. E ieri, Gennaro Fioretti e Alfonso Esposito, i tifosi napoletani feriti e accusati di rissa aggravata, davanti al gip, hanno confermato la ricostruzione dei pm. Nessuno di loro ha visto De Santis sparare: Esposito ha ammesso di essere andato all’inseguimento dell’ultrà giallorossi per «regolare i conti» dopo il ferimento dell’amico Ciro, ma gli altri elementi agli atti (tra cui una testimonianza) sono sufficienti. Il gip ha accolto le richieste dei pm Antonino Di Maio ed Eugenio Albamonte: per De Santis il carcere, per Alfonso Esposito e Gennaro Fioretti, supporter napoletani, entrambi feriti, l’obbligo di firma. È libero Ciro Esposito. Tutti e tre sono stati colpiti dalle pallottole: erano andati all’inseguimento dell’ultrà. Scrive il gip: «Le specifiche modalità, le circostanze del fatto e in particolare l’aggressività, la violenza della condotta, la futilità dei motivi dell’azione, l’assoluta mancanza di controllo e la totale incapacità di ponderazione della misura e del senso del pericolo per sé e per gli altri, la manifestata tendenza a farsi giustizia da sé e infine i gravi e reiterati e specifici precedenti penali e carichi pendenti, rendono concreto il pericolo che De Santis possa commettere delitti della stessa specie di quelli per cui si procede». Nell’ordinanza Ebner racconta come si è arrivati ai colpi di pistola.
AGGRESSIONE GIALLOROSSA – «Il 3 maggio, in attesa della finale di Coppa Italia Napoli-Fiorentina – si legge – i tifosi della squadra partenopea si appropinquavano allo stadio transitando su viale Tor di Quinto. Erano venuti tifosi del Napoli appartenenti al medesimo club chiamato ”Area Nord”». Nove distribuiti su tre auto e tra loro, Ciro Esposito, Alfonso Esposito e Gennaro Fioretti. «Questi ultimi percorrevano via Tor di Quinto a piedi nel momento in cui una persona usciva da un vicolo laterale inveendo contro i passeggeri di un autobus di colore bianco e lanciando contro al mezzo un fumogeno». De Santis «corpulento e con la barba, colpiva con calci e pugni l’autobus e provocava i tifosi del Napoli che camminavano attorno». Un testimone, R.P. che la sera si è presentato alla Digos e dice di averlo visto De Santis fare fuoco, racconta che con lui c’erano almeno altri tre con il casco integrale.
LA SPARATORIA – È a quel punto che i tifosi si mettono a inseguire De Santis. «Nel video si vede chiaramente che la reazione dei tifosi napoletani e l’inseguimento sono avvenuti in modo compatto e all’unisono. In un momento ancora non meglio precisato dell’inseguimento, l’individuo estraeva una pistola marca Benelli B81 calibro 7.65 priva di matricola e sparava ad altezza d’uomo. I proiettili, con certezza, colpivano Ciro Esposito, Alfonso Esposito e Gennaro Fioretti. L’individuo che sparava, poi riconosciuto come Daniele De Santis (dai testimoni Ivan La Rosa e Baglivo proprietari del Ciak village) veniva raggiunto e sopraffatto dai tifosi napoletani che lo picchiavano. De Santis veniva tratto in salvo da La Rosa e Baglivo che lo ricoveravano all’interno del Ciak village». Dopo essersi accorti che Eesposito era ferito, i napoletani, «circa 50 persone munite di bastoni, tornavano alla carica, sfondavano l’entrata del Ciak Vilage e si accanivano di nuovo contro De Santis».