(G.Giubilo) – Sulla questione morale, che rende agitata questa marcia di avvicinamento dell’Italia al Mondiale, viene in mente un’interpretazione, personalissima. Che tutto possa nascere da un difetto di comunicazione all’atto della creazione, da parte di Cesare Prandelli, del famigerato codice etico. Potrebbe trattarsi, in realtà, di un «codice etichetta». E, dunque, se a un giocatore è incollato un cartellino con la società di appertenenza, riceve un tipo di trattamento particolare. L’etichetta deve recare la scritta Juventus, sufficiente per spiegare come mai Bonucci fosse buono e Criscito cattivo e, naturalmente, perché Chiellini abbia schivato il trattamento che il divo Cesare aveva riservato a De Rossi e Destro, ma anche a Osvaldo che ha dovuto cambiare maglia.
L’operazione Brasile, segnata da una totale disaffezione nei confronti della spedizione azzurra, è partita con la preselezione, trenta i giocatori che saranno in ritiro a Coverciano fino al 2 giugno, quando sette di loro torneranno a casa. Nella lista consegnata alla Fifa c’è, secondo anticipazioni largamente diffuse, Pepito Rossi, con il sacrificio di Gilardino, poi si vedrà quali saranno le punte superstiti. Uno sguardo alle convocazioni suggerisce qualche motivo di allarme per il gruppo dei difensori esterni, un’emergenza avvertita anche dal cittì, visto che ha chiamato Darmian e Pasqual, le autentiche sorprese delle convocazioni.
Logica la presenza di Verratti per il centrocampo, nel quale non ha trovato posto Florenzi, nonostante la sua duttilità di impiego. C’era davvero bisogno di un altro oriundo como Romulo, al quale è arduo chiedere un salto di qualità? Per l’attacco, con Balotelli, Destro, i due gioielli granata, il ritrovato Cassano e Rossi, Isnigne possibile alternativa. Motivi di antusiasmo? Non scherziamo.