(A. Austini) C’è qualcosa da festeggiare nella domenica romanista dal retrogusto amaro. Pjanic ha firmato e resta alla Roma. Fino al 2018, ovvero la scadenza del nuovo contratto quadriennale annunciato ieri pomeriggio prima della partita con la Juve.
Come previsto, è stato decisivo Pallotta che è intervenuto personalmente nella trattativa smussando gli ultimi angoli. La Roma e Pjanic si sono venuti incontro e l’accordo è stato sancito sabato sera tra i dirigenti, il procuratore Becker e il padre di Miralem. Lo stipendio base del bosniaco, stando a quanto fa filtrare «ufficiosamente» la società, è di 2.9 milioni di euro netti. Ma i bonus possono portarlo a sfiorare i 4. Alcuni premi «facili» sono legati alle presenze e le prestazioni del centrocampista, altri dipendono invece dagli obiettivi raggiunti dal club.
Pjanic rimane, col sorriso e la soddisfazione di aver raggiunto il suo obiettivo. Voleva continuare a giocare con la Roma in Champions e guadagnare di più, ed è pure riuscito a lasciarsi aperta una scappatoia: in un contratto a latere in via di definizione è stata inserita una clausola rescissoria dal prezzo «altissimo» secondo quanto riferisce il club. 40 milioni? Ad ora non è dato sapere. «È stata una cosa molto laboriosa – racconta Sabatini – per noi è un rinnovo simbolico, Pjanic è stato uno dei primi ad arrivare nella gestione americana. Con l’arrivo del presidente e abbiamo risolto tutto».
Ora il prossimo obiettivo è la firma di Garcia. «Rudi sa benissimo che allenare la Roma sarà un grande vantaggio per lui, ci metteremo seduti e faremo anche questo. Rinnovo per quanti anni? Lo ascolteremo, vedremo quanto si vorrà impegnare, se una, due o tre stagioni. Credo che possa anche scegliere di farlo a vita, non abbiamo alcuno stress con lui». Intanto il primo scoglio è superato, «ma io non ho mai pensato di andarmene – rivela Pjanic – le trattative sono sempre lunghe. Poi è vero che ho ricevuto tante offerte ed è successo in un anno importante ma la società conosceva sin dall’inizio la mia volontà: voglio continuare a portare in alto la Roma». Rinnovo, nel calcio di oggi, non vuole dire automaticamente cessione. E allora ci pensa il diretto interessato a spazzare via ogni dubbio: “È più che sicuro che resto, la mia scelta è tecnica: giochiamo un calcio che mi piace, la presenza di Garcia ha influito molto e anche quando sono arrivato c’era un allenatore che faceva un certo tipo di calcio».
La sua stagione è finita ieri, con una sconfitta fastidiosa ma ininfluente e la festa finale in campo con il figlio. Ora niente Genova, andrà in ritiro con la Bosnia e poi appuntamento a Trigoria con i compagni al ritorno dalla tournée negli States. «La Roma è nata per vincere. Abbiamo fatto bene e ora ci aspetta un’altra stagione importante. Spero che tutti rimangano perché con questa squadra possiamo fare bene. Noi usciamo da due stagioni difficili, la Juve è tre anni che gioca insieme con lo stesso allenatore. Ai bianconeri dico: grande merito, ci rivediamo l’anno prossimo e vogliamo vincere qualcosa». Una promessa dopo quella più importante scritta a penna.