(M. Ferretti) – «La terza stella non ci sarà: per noi gli scudetti sono 32 anche se la contabilità ufficiale dice 30. Quando qualcuno arriverà a mettere la seconda stella, noi metteremo la terza per rimarcare la differenza con gli altri». Firmato Andrea Agnelli, il presidente della Juventus. Che dimostra un modo davvero singolare, a tratti pittoresco, nel rapportarsi con la parte del mondo non tinta di bianco e nero.
Mettere la stella non è un obbligo, ma non è neppure obbligatorio spernacchiare – calcisticamente parlando, ovvio – gli avversari. Se è vero che bisogna saper perdere, appare doveroso anche saper vincere. Ricordando che le regole del sistema, giuste o sbagliate che siano, valgono per tutti allo stesso modo. E se uno non le accetta, non partecipa, come suggerito un po’ di tempo fa da uno juventino doc come Marcello Lippi. O no?