(F. Balzani) Una retromarcia apparente prima di spingere il gas e mandare tutto in frantumi. Lo sfogo di Benatia a “La Gazzetta dello Sport” ha infranto le speranze di chi nelle parole dell’agente del marocchino aveva intravisto una possibilità di pace tra il giocatore e la Roma. Il club, secondo Mehdi, non ha mantenuto la promessa fatta la scorso anno e ribadita a marzo: un aumento sostanzioso in caso di stagione positiva. La dirigenza giallorossa, invece, è convinta di aver riconosciuto al difensore quello che meritava ovvero un adeguamento di poco meno di un milione (da 1,2 a 2 a stagione). Un offerta ritenuta «ridicola» dal marocchino, secondo il quale alla base del mancato accordo c’è la volontà della Roma di fare cassa grazie al suo cartellino.
«È possibile che sarà ceduto, ma sarà la dirigenza ad averlo voluto, non noi. Vogliono venderlo ma non hanno il coraggio di esporsi alla piazza e danno la colpa a Benatia», la versione ribadita ieri al telefono da Sissoko. Il procuratore di Benatia dopo aver incassato il no del Barça ha trovato un accordo di massima col Manchester City. Gli inglesi – che offrono 3 milioni di sterline a stagione a Benatia (poco più di 3,5 milioni di euro) – ora dovranno trovare l’accordo con la Roma e dopo aver beccato una multa da 60 milioni dall’Uefa per il fair play finanziario, hanno l’obbligo di non alzare il tetto ingaggi. Per questo sono intenzionati a inserire nell’affare Kolarov. La Roma pretende anche una cifra cospicua (20 milioni) e il pagamento di parte del ricco stipendio del serbo (4 milioni). Intanto la dirigenza probabilmente multerà Benatia per intervista non autorizzata e ha deciso di dire la sua: fissata alle 12 di sabato la conferenza stampa di Sabatini.