Facciamo che questa storia potrebbe essere capitata in occasione dell’ultimo Roma – Juventus e che lo sventurato protagonista che ce l’ha raccontata si chiama Giacomo, perché ci sta simpatico il nome.
La storia che potrebbe averci raccontato ci ispira invece rabbia e comprensione, per lui e per il suo gruppo di amici.
Potrebbe essere successo questo: Giacomo e il suo gruppo di amici sono abbonati e oltre al posto allo stadio quest’anno hanno acquistato anche quello per l’automobile, precisamente al settore B2, vicino al nuovo stadio del tennis.
La domenica di Roma – Juventus, undici maggio scorso, vista la concomitanza con gli Internazionali di tennis, Giacomo e gli altri vengono dirottati al parcheggio dello Stadio dei marmi.
Riescono a parcheggiare verso le 17.30, vale a dire un quarto d’ora prima del calcio d’inizio, anticipato per i ben noti motivi di ordine pubblico.
Presi dalla fretta, non individuando nessuna uscita a piedi, per sbrigarsi scavalcano i minuscoli cancelletti bianchi che sono lì da qualche decennio, per quel che ricordiamo. Con loro, anche un ragazzino di quattordici anni.
Il piccolo “scavalco”, dovuto a fretta e disorientamento, vale a tutto il gruppo, ragazzino compreso, il Daspo. Avete capito bene.
Giacomo appartiene alla schiera di coloro che avevano già rinnovato l’abbonamento per la prossima stagione, tra l’altro.
A sera, anche gli esponenti della questura sembrano in imbarazzo e dispiaciuti per l’enormità della sanzione e per il disagio creato, ma il provvedimento resta.
Forse Giacomo era, fino a due domeniche fa, uno di quelli che pensano che se allo stadio ti fai i fatti tuoi non ti può succedere nulla. Ora non può più dirlo.
Se è successo davvero, gli hanno ucciso una passione, come direbbe lui. Usiamo l’indicativo perché questa è un’amarissima certezza.
Che dite, è successo davvero?
Possibile, in un paese civile come il nostro?