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REPUBBLICA.IT Juve da record, Roma sorpresa ma c’è molto da fare per tornare al vertice

Totti Pjanic Garcia
Totti Pjanic Garcia

(A.Vocalelli) – Si  chiude un campionato che ha riservato luci e ombre. Si può provare a riassumerlo, guardando le due facce di una stessa medaglia. Per scoprire, anzi per prendere atto, che c’è molto da fare per il nostro movimento.

1) Non c’è dubbio che la Juve sia stata la grande protagonista del campionato. Una marcia trionfale, record su record, un cammino travolgente, per una squadra che ha saputo mettere in campo qualità e quantità, classe e concentrazione. MA IL ROVESCIO DELLA MEDAGLIA  è evidente. La squadra più forte del nostro campionato è però andata in grande difficoltà in Europa. E’ stata eliminata al primo turno di Champions, è stata poi messa fuori dal Benfica che ha pareggiato sul campo della Juve con lo stesso risultato, 0-0, bissato questa volta… in campo neutro col Siviglia, capace di trionfare ai rigori. Insomma, la Juve, la prima squadra del nostro campionato, domina da noi e ha grossi impacci in Europa. Ed il discorso investe la qualità dell’intero movimento.

2) La grande sorpresa della stagione, per i risultati ma anche per la qualità del gioco espresso, è stata sicuramente la Roma. Bravissimo Sabatini ad allestire una squadra di alto profilo malgrado le cessioni eccellenti. Bravissimo Garcia a mettere subito insieme tanti giocatori nuovi, dandogli forza come squadra e incidendo anche nella psicologia individuale. Bravissimi i giocatori che hanno risposto con una straordinaria voglia di rivincita. NONOSTANTE TUTTO QUESTO, la Roma è però finita lontanissima dalla Juve. La fotografia di un campionato che ha perso il suo equilibrio, con le altre a distanze siderali. Una volta anche in Italia gli scudetti si vincevano al fotofinish, adesso per appassionarci dobbiamo guardare in tv Barcellona-Atletico Madrid.

3) E’ stato l’anno delle squadre che, partendo a luci spente, si sono scoperte protagoniste strada facendo. Un applauso forte e sincero al Torino di Ventura, al Parma di Donadoni, al Verona di Mandorlini, all’Atalanta di Colantuono, che si sono rincorse nell’appassionante corsa all’Europa. MA L’ALTRA FACCIA della medaglia è nella crisi di Milano: ha fatto solo discretamente l’Inter, è stato un anno turbolento per il Milan. Una città che ha fatto la storia del calcio è fondamentale per misurare la temperatura del movimento. E non si può non dire che Inter e Milan siano lì, rappresentazioni pratiche dei disagi del calcio italiano.

4) Si sono affacciati alcuni giovani molto interessanti. Al vertice della classifica dei cannonieri un italiano, Immobile, in competizione con grandi attaccanti stranieri come Tevez e Higuain. E poi Destro, recuperato dopo un lungo infortunio, capace al rientro di segnare con una frequenza impressionante. In ascesa Insigne, con i suoi fantastici colpi da biliardo. Logico, giusto, inserirli nella lista per i Mondiali. Già, i Mondiali. UN MOMENTO DI CONFINE per il nostro calcio.  A cui arriviamo con la difesa impostata sui senatori, da Buffon a Barzagli e Chiellini. A centrocampo siamo sempre lì, aggrappati alla forza di Pirlo, De Rossi, Marchisio, Thiago Motta, in pratica il centrocampo dell’ultimo quadriennio. E in attacco, d’accordo su Immobile e Destro, ma forte è stata la candidatura di Cassano, richiamato in extremis. E sottile è il dubbio di aver sbagliato a non affidarsi a Gilardino, Toni, Totti, protagonisti in campionato. Insomma, è un calcio che ancora pensa, sperando che il tutto non si trasformi in un rimorso ed un rimpianto, ai suoi giocatori meno giovani e più gloriosi.

5) E’ stato bellissimo vedere lo stadio pieno per l’addio di Zanetti. Un colpo d’occhio straordinario l’Olimpico per Roma-Juve. Formidabile la spinta che hanno avuto in casa la Juve o il Napoli, per fare due esempi. MA E’ PREOCCUPANTE che sia stato anche il campionato delle curve e degli stadi chiusi, di cori e manifestazioni di razzismo, fino ad arrivare alle drammatiche ore della finale di Coppa Italia. Insomma, anche in questo caso c’è molto da fare. Per tutti quelli che amano davvero il calcio. E vorrebbero rivedere un campionato italiano di alto profilo. In tutti i sensi.

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