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SCONTRI COPPA ITALIA L’esame stub scagiona De Santis, i testimoni lo inchiodano

Scontri Tor di Quinto
Scontri Tor di Quinto

Per questo resta indagato per tentato omicidio nonostante l’esame scientifico non abbia fornito la prova incontrovertibile della sua responsabilita’. Lo stub, un esame strumentale e irripetibile, piu’ che risolvere sembra aver complicato lo scenario su quanto avvenuto negli scontri del prepartita: l’esame ha si’ rilevato tracce sparse sulla mano destra di particelle di polvere da sparo, ma non in quantita’ sufficiente a stabilire se l’ex ultra’ romanista abbia utilizzato la pistola per fare fuoco.

Dalla Questura affermano, in sostanza, che “l’esame eseguito e’ compatibile con materiale da sparo”, materiale da sparo che potrebbe pero’ coincidere anche con le bombe carta che De Santis avrebbe lanciato contro i napoletani. La Procura dunque non sposta il suo impianto accusatorio e chiede il carcere per De Santis: a inchiodarlo la testimonianza di tre tifosi azzurri presenti al momento della sparatoria e ritenuti attendibili.

De Santis, per chi indaga, ha impugnato la Beretta 7,65 e ha esploso colpi nei confronti dei partenopei. E proprio sull’arma, dopo lo stub negativo, verranno effettuati ulteriori esami per cercare di individuare impronte digitali utili alle indagini. Un’arma che sicuramente e’ stata presa da almeno due persone oltre da chi ha sparato: Donatella Baglivo, tra i gestori del Ciak Village, e il compagno della donna Ivan La Rosa, che oggi ha rivelato di essere stato il primo a spostare la pistola “che si trovava oltre il cancello del Ciak ma ad una certa distanza da De Santis”.

L’uomo dice di averla presa e gettata oltre il cancello del Ciak. La Baglivo poi la trovera’ vicino ad un vaso e la gettera’ dentro un cestino. Entrambi dicono di averlo fatto “per evitare il peggio”. Poi hanno soccorso De Santis ferito dopo il pestaggio da parte dei napoletani trascinandolo nel locale. Tutti gesti che rendono dura la vita agli investigatori avendo alterato la scena del crimine e anche una delle potenziali prove regine, l’arma del delitto. Per questo ora gli esami balistici saranno a tutto campo: saranno analizzati anche i bossoli e il colpo inesploso alla ricerca di prove. Sia Baglivo che La Rosa sono stati sottoposti allo stub e i pm sentiranno nuovamente la donna per approfondire le frequentazioni del Ciak, struttura vicina al chiosco gestito da De Santis punto di riferimento di ultra’ e ultradestra.

La testimonianza di Baglivo potrebbe fornire elementi determinati a chiarire la dinamica dei fatti e cercare di individuare le persone, almeno tre con indosso caschi neri, che erano con De Santis negli istanti precedenti gli scontri. Tre persone che sono state viste da testimoni fuggire all’arrivo della spedizione punitiva dei napoletani e che, secondo ipotesi di indagine, potrebbero far parte di un commando di ultra’ giallorossi che con De Santis stavano tendendo un agguato ai napoletani a suon di bombe carta, scatenando poi la loro reazione. Su questo fronte i pm Antonio Di Maio ed Eugenio Albamonte, titolari del fascicolo di indagine, acquisiranno tutti i video disponibili, compreso quello di un tifoso napoletano che ha ripreso gli attimi immediatamente precedenti agli spari. Intenzione degli inquirenti e’ verificare se effettivamente i sostenitori del Napoli siano stati vittima di una vera e propria imboscata. Per domani, intanto, sono fissati gli interrogatori di garanzia per gli arrestati. De Santis sara’ sentito dal gip anche se le sue condizioni di salute restano precarie al punto che il suo avvocato, Tommaso Politi, sostiene che l’atto istruttorio potrebbe non essere possibile. Oltre a De Santis, la procura ha chiesto il carcere anche per i tifosi azzurri coinvolti ad eccezione di Ciro Esposito, le cui condizioni di salute restano gravi.

Fonte: Ansa

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