La vedova di Filippo Raciti, l’agente ucciso nel 2007 durante gli incidenti davanti allo stadio di Catania, chiede che, se i tifosi del Napoli preparassero come annunciato 30 mila magliette ‘pro Speziale’ per la partita Napoli-Cagliari in programma stasera, non si giochi. “E’ una vergogna, sentire anche questo”, ha affermato Marisa Grasso a “24 Mattino” su Radio 24, apprendendo in diretta del proposito. “A questa notizia dovrebbe dare una risposta il presidente del Consiglio…Chiudete, non fate giocare, basta. Uno Stato forte prende delle misure forti, non e’ essenziale una partita di calcio, se ne puo’ fare anche a meno. Ognuno sta a casa sua e si evitano problemi, vabbe’ c’e’ una perdita economica ma non e’ colpa mia. Un lavoro non puo’ creare cosi’ tanti problemi, il lavoro deve rendere a una persona dignita’ perche’ porta onestamente a casa i soldi, ma alcuni lavori tolgono serenita’ a chi dovrebbe svolgere un servizio che dovrebbe garantire sicurezza ai cittadini. Questa delle magliette, invece, e’ la risposta che incassa lo Stato”. “Se lo Stato fosse forte – ha aggiunto Marisa Grasso – queste cose non sarebbero accadute. Io purtroppo mi aspetto che oltre a mio marito, che avrei voluto fosse l’unico sacrificio, ci siano altri Filippo Raciti. Lo Stato e’ debole, aspettiamoci di tutto”. “Questo Speziale, che io non nomino mai, e’ un assassino e uno spacciatore di droga. E’ un mercante di morte. Questo si pubblicizza”.
Poi Marisa Grasso e’ tornata sugli scontri di sabato all’Olimpico: “Questo Genny ‘a Carogna non ha nessun diritto di parola sulla vicenda di mio marito, puo’ parlare solo dei suoi fatti personali. Io ho chiesto giustizia in un’aula di tribunale presenziando ogni giorno per sei anni. E ho saputo la verita’, non c’e’ nessun dubbio sulla vicenda giudiziaria. Due persone sono state condannate per omicidio fino alla Cassazione. In piu’, mentre era in attesa di giudizio, Speziale aveva la piena liberta’ di poter parlare e lo hanno arrestato i colleghi di mio marito per spaccio di droga. Non parliamo di sante persone ma di persone mai pentite. Questa cosiddetta ‘Carogna’ che non e’ mai venuto in tribunale non puo’ indossare una maglietta con quella scritta”. Infine, la vedova Raciti ha fatto un appello alle istituzioni: “Le telefonate di solidarieta’ mi stanno bene, ma io attendo risposte. Va bene che si faccia una nuova legge, forse dovremmo parlare della violenza degli stadi come di una nuova forma di terrorismo, il terrorismo da stadio. Comunque e’ un problema da sconfiggere, le risposte le vogliamo tutti, non solo io”.
Fonte: Ansa