(R. Frignani) Mentre una staffetta della polizia precedeva l’auto con la salma di Ciro Esposito all’istituto di medicina legale della Sapienza, un’altra scorta portava via di corsa dal Policlinico Umberto I – nel complesso vicino – Daniele De Santis, l’ultrà romanista accusato ora di aver volontariamente ucciso a Tor di Quinto il giovane tifoso napoletano. Un destino atroce ha fatto incrociare di nuovo ieri mattina, 52 giorni dopo, il giovane di Scampia che il 3 maggio scorso era venuto a Roma per seguire la sua squadra nella finale di Coppa Italia e il cinquantenne romanista in passato già coinvolto in indagini sul tifo violento. «Gastone» è stato trasferito, come era stato ipotizzato già martedì scorso – in un’altra struttura protetta, questa volta all’ospedale Belcolle di Viterbo – utilizzata anche per ricoverare i mafiosi sottoposti al regime del 41 bis – in attesa degli sviluppi delle indagini, compresa la prossima udienza (la seconda parte dell’incidente probatorio) il 24 settembre.
Per quel giorno dovrebbero essere già operative le misure di sicurezza rinforzate visto il timore di vendette nei confronti della tifoseria romanista, ipotizzato dalle forze dell’ordine sempre due giorni fa quando si era sparsa la voce, poi falsa, della morte di Ciro e ribadito ieri dopo l’annuncio ufficiale del decesso. «Penso che non ci saranno altre violenze – spiega il sindaco Ignazio Marino -, ringrazio la famiglia: ha detto con molta chiarezza che auspica che vengano puniti e individuati i colpevoli, ma che tutti si tengano lontano dalla violenza. A nome di Roma – ha aggiunto – chiederò se possiamo, con un gesto simbolico, partecipare a questo momento, facendoci carico del trasporto della salma di Ciro nel luogo che la famiglia indicherà». Non è chiaro se dopo le polemiche dei giorni scorsi i parenti di Esposito accetteranno, ma di sicuro – stasera o domani -, quando Ciro tornerà a Scampia, ci saranno misure di sicurezza imponenti, sia a Roma sia a Napoli. L’allerta è alta: la Questura sta organizzando la staffetta fino al confine del Lazio dove il corteo funebre sarà preso in consegna dagli agenti napoletani. Il rischio di episodi di violenza è, secondo gli investigatori, tutt’altro che remoto: solo martedì scorso il Dipartimento di Pubblica sicurezza ha diramato due direttive agli uffici della Digos nelle quali si segnala di mantenere la massima attenzione anche su manifestazioni di solidarietà a Ciro da parte di gruppi ultrà, non solo napoletani. Di spedizioni violente a Roma non c’è ancora traccia, ma il pensiero è rivolto a quanto potrebbe accadere fin dalle amichevoli estive.