(M. Cecchini / F. Di Chiara) – L’amarezza, in fondo, è un sentimento che si può declinare in due modi. Basti pensare alle storie di Destro e Romulo, entrambi fuori dal Mondiale per motivi diversi. Dispiacere Destro Cominciamo dall’attaccante della Roma, che non solo ha dovuto metabolizzare l’amarezza per la mancata partecipazione, ma anche rintuzzare le accuse di scarso attaccamento alla maglia azzurra piovutegli addosso quando si è sparsa voce del poco entusiasmo nel voler fare la riserva. Ieri Destro è andato a Trigoria, dove è stato a colloquio per un’ora col d.s. Sabatini e il d.g. Baldissoni, pronti a «confessare » il suo dispiacere. Poi, sfruttando l’account twitter del club, ha precisato: «Per quanto ovviamente dispiaciuto, ci tengo a dire che non ho mai rifiutato alcun ruolo nella Nazionale. Mi metterò subito al lavoro per una grande stagione con la mia squadra e con la Nazionale, che rimane un mio obiettivo primario ». Poche parole che vorrebbero porre fine ad un caso scoppiato quando, da Coverciano, si è saputo del colloquio di qualche giorno fa tra Prandelli e l’attaccante.
In quel momento il c.t. sperava ancora di poter portare Rossi, ma non era certo della sua tenuta fisica e così aveva chiesto a Destro (e Insigne) la disponibilità di partire per il Brasile nel ruolo di riserva. L’attaccante giallorosso, un po’ dispiaciuto, aveva chiesto di pensarci su, cosa che non ha entusiasmato il c.t. Comunque, quando Prandelli ha optato per Insigne, non c’è stato più bisogno di avere una riserva in attacco e Destro è tornato a casa. L’impressione è che tutte le parti in causa – la Nazionale, il giocatore e la stessa Roma – abbiano già lavorato per ridimensionare il caso, perché tutti in futuro avranno bisogno l’uno dell’altra. Un’ultima postilla per spegnere «gialli» che volevano Prandelli aver chiesto a Destro di tenersi in allenamento per emergenze. Il c.t. in realtà ha chiesto a tutti i tagliati di non smettere di lavorare fino al 13 giugno, cosa di prammatica prima dei grandi eventi.