(M. Galdi) «Abbiamo raccolto le vostre indicazioni e aspettiamo per lunedì altre proposte scritte» (e ne arriveranno molte), ha detto al termine il presidente del pool di esperti che ha lavorato al nuovo codice di procedura del «processo sportivo», il professor Giulio Napolitano. Ma dietro questa ufficialità, corre voce che si possa essere aperta anche la strada a un codice «cucito» a misura di federazione. Insomma l’11 in Consiglio nazionale si voteranno degli «indirizzi» che le varie federazioni adatteranno alle proprie esigenze, pur nell’unicità di alcuni capisaldi.
Tempi di applicazione Il problema principale restano i tempi. Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ieri ha fatto solo una veloce apparizione, vuole tempi rapidi e unanimità di consensi, ma tra i «perplessi» ci sono anche il suo vice Giorgio Scarso (presidente della scherma) e Riccardo Agabio (ginnastica) che hanno illustrato quelli che erano i timori delle piccole federazioni che con la riforma rischiano un aggravio di costi. Ieri erano presenti solo Abete per il calcio e Binaghi per il tennis) hanno fatto presente alcuni problemi soprattutto per «allargare» a livello territoriale la riforma in appena 20 giorni. Qualche dubbio lo solleviamo noi sulla possibilità di aprire al contraddittorio anche le decisioni del Giudice sportivo: i tempi rischiano di essere troppo lunghi per campionati come i nostri con appello fissato a 5 giorni, oggi si fa in tre.
Poi i tempi dei procedimenti davanti al Tribunale e alla Corte di appello federali: troppo pochi 40 giorni (anche se prorogabili) per le indagini e forse troppi 90 per il primo grado e sessanta per il secondo. Oggi sono molto più brevi. Infine una distrazione trovata nel nuovo codice: la nomina di magistrati negli organi giudicanti, ma dal 2006 il Csm lo vieta a tutti, esclusi gli amministrativi.