(V.Cito) – E’ raro che lo sport in tv concentri in cosi poche ore, quasi a catena, eventi uno più traumatico dell’altro. E’ il paradosso di un Mondiale nato sotto i migliori auspici, con la vittoria sull’Inghilterra, e poi inabissatosi in un buco nero senza precedenti, dal dramma di Ciro Esposito all’eliminazione dell’Italia sino alle dimissioni di commissario tecnico e presidente federale. Tutto in un giorno, tutto in una volta. Già nel primo pomeriggio l’avvicinamento alla partita con l’Uruguay si intreccia al dramma legato alle notizie sulle condizioni di salute del povero Ciro Esposito. E’ una situazione che poco si adatta ai riti gioiosi dell’attesa. ma le tv ci mettono poco ad adeguarsi e parlano di entrambe le cose. Più istituzionale la Rai che – fra un servizio e l’altro dal Brasile – costruisce l’immancabile dibattito sul «calcio da cambiare» con le solite frasi dette ogni volta da personaggi sempre diversi.
Sky è è più preoccupata di non appesantire l’atmosfera. Non ignora la notizia, e l’inviato che era stato mandato a Torre Annunziata per celebrare il Mondiale di Ciro Immobile con maestria viene invitato a parlare anche dell’altro Ciro, pure lui napoletano. Ma la conduttrice del notiziario è sempre tutta eccitata e contenta, e ci fa anche sapere che lei a Natal c’è stata, ma in vacanza, mentre di là – sul canale Rai – continuano ad avere le facce da unità di crisi. Poi la partita, la delusione, la sconfitta, vissute con la stessa partecipazione, sia pure con toni diversi. Infine la notizia shock delle doppie dimissioni, con conferenza stampa data addirittura a reti unificate, manco parlasse Napolitano. La degna chiusura di un irripetibile «day after». Tutto per un maledettissimo gol di schiena preso a otto minuti dalla fine. Senza di quello, cambiava l’intero copione: la festa per la qualificazione, Prandelli ed Abete a dedicare l’impresa alla famiglia di Ciro Esposito e i tg della sera a parlarci della Colombia, prossima avversaria degli azzurri….