(M. Iaria) Cresce il calcio europeo, cresce pure la Serie A, a dispetto della crisi. Ma il pallone italiano rimane prigioniero di antichi vizi. È quanto emerge dall’Annual Review of Football Finance di Deloitte, che mette a confronto le principali leghe europee, sulla base dei dati economici del 2012-13. Il fatturato delle «big five» continua ad avere il segno più: la media è del 5% e nel caso della A si arriva al 6%, ma l’incremento è legato per oltre tre quarti al ritorno della Juve in Champions. In termini assoluti la A è a quota 1,7 miliardi. Cifra importante, non v’è dubbio. Il podio, tuttavia, è roba d’altri. La Premier viaggia a distanze siderali (2,9 miliardi), la Bundesliga incrementa i ricavi dell’8% e abbatte il muro dei 2 miliardi, poi c’è la Liga a 1,9. La Serie A è quarta e precede la sola Ligue (1,3 miliardi) che grazie alla spinta del Psg è in forte espansione: col +14% registra l’incremento maggiore tra le leghe principali, rispetto al 2011-12.
Dipendenza Dario Righetti, partner Deloitte, commenta: «Nonostante il perdurare della crisi economica in Europa, per il secondo anno consecutivo, ognuna delle principali cinque leghe ha raggiunto livelli di fatturato da record, con ricavi totali che si sono quasi quadruplicati dal 1996-97. Se consideriamo poi i nuovi accordi televisivi per due delle maggiori leghe (Premier League e Bundesliga) a partire dalla stagione 2013-14, si può facilmente prevedere che i ricavi totali a superare gli 11 miliardi di euro con una crescita prevista di almeno il 10%». E l’Italia? Luci e ombre, secondo Righetti: «Il fatturato è cresciuto, ma le squadre italiane continuano a essere fortemente dipendenti dai diritti televisivi che hanno rappresentato il 59% dei ricavi aggregati del 2012-2013, la porzione maggiore tra quelle delle 5 leghe europee». Con lo stadio che rappresenta ancora una minuscola fetta della ricchezza prodotta: appena l’11%. Allarma il trend negativo degli incassi al botteghino: nonostante le presenze siano cresciute, il gettito è calato del 5%.
Profittabilità Le «big five» stanno mostrando una certa attitudine al contenimento dei costi, visto che solo il 25% del fatturato aggiuntivo è stato assorbito dall’aumento degli stipendi. Il rapporto tra costo del lavoro e ricavi continua a essere insostenibile per la Serie A: è vero che è sceso dal 74% al 71%, ma siamo lontani dai virtuosismi della Bundesliga (51%). La lega tedesca e quella inglese sono le uniche a generare profitti operativi, col record della Bundesliga: utili cresciuti del 39% a 264 milioni. Segno negativo per il campionato italiano, ma in netto miglioramento: il risultato della gestione ordinaria è passato da -160 a -53 milioni.