(M. Cecchini) Se torneranno i giorni del vino e delle rose, quelli dei popo- po-po in libera uscita e delle persone nelle strade, dal cuore dello spogliatoio azzurro la prima dedica è pronta: per Montolivo. E non solo per questione di semplice amicizia. A raccontarlo è Daniele De Rossi che, agganciato Facchetti nella storia della Nazionale come numero di presenze (94), alle soglie del terzo Mondiale parla come un senatore azzurro, non tirandosi indietro su nessun argomento delicato, dagli obiettivi al codice etico.
L’Italia della qualità «Pensando a Riccardo per noi è un giorno triste. Ci ho parlato e sta male. Speriamo di fare un grande Mondiale anche per lui. Il suo infortunio potrebbe unirci ancora di più». Dal punto di vista tecnico Daniele non trema. «Verratti è giovane, ma fa la Champions da due anni ed è ormai un giocatore pronto. Darmian pure, sembra De Sciglio all’esordio. Aquilani ha calcio, visione di gioco, inserimenti: merita il Mondiale a prescindere da Montolivo». Ne consegue che? «Sono ottimista. La partita con l’Irlanda non fa testo perché avevamo lavorato tanto ed era impossibile essere brillanti. D’altronde con l’Inghilterra giocheremo in condizioni climatiche disastrose, ma tutti noi vogliamo lasciare il segno. Io sono orgoglioso per la mia terza partecipazione. Ho già vinto a 22 anni, ma vorrei farlo ancora. D’altronde sono tanti anni che non faccio la Champions, mi piacerebbe mettermi in mostra. L’Italia, poi, è tra le squadre che può vincere il Mondiale. Siamo maestri quando arrivano manifestazioni del genere. Non dico che siamo favoriti, però se non si parte per provare a vincere è inutile farlo. Nonostante sia una Nazionale che ha diviso per le scelte e il codice etico, anche se non ha vinto ha ottenuto indiscutibilmente dei risultati. Sarà l’Italia della qualità, perché c’è talento, palleggio e tocco di palla. Cassano? Dà fantasia. A 32 anni, oltre alle giocate, deve mettere qualcosa di più e lo sta facendo, d’altronde ormai nel Parma ha un ruolo da leader». Per ciò che lo riguarda, inoltre, Daniele si candida alla regia anche partendo tra i centrali difensivi. «Sono pronto a fare tutto. Quel movimento lo faremo per aiutare la manovra della squadra. Quando si incastra il movimento giusto, impostando con tre giocatori invece che con due il vantaggio è evidente».